"Ci sono dei momenti in cui la notte dell'anima si schiude... E d'altronde il dolore non colpisce che quelli che lo temono. Io per conto mio non temo il dolore. Non lo temo perchè esso non può essere brutto. La paura d'essere abbandonato, questo brusìo vuoto che il tuo amore genera improvviso, tutto ciò non è niente, niente. Ho delle ricette contro il male. Un grande dolore non brucia veramente che confondendosi alle cose della vita. E' necessario purificarlo di tutto ciò che potrebbe armarlo contro la carne. Poi, fissarlo profondamente negli occhi."
Joe Bousquet.
Quando il dolore diventa semplicemente troppo, restano solo due alternative: cedere di schianto, oppure entrare nella dimensione "eroica", dove il troppo non è mai abbastanza perchè serve a rinforzare le difese contro il nemico -qualunque esso sia. Più la faccenda si fa atroce, più provi un sottile e velenoso piacere nel tenergli testa e andare avanti sulle tue gambe.
Sorvoli sul pericolo di cominciare a drogarti di dolore (e ne vuoi sempre di più per dimostrare sempre chi sei), e diventi un eroe. Stai in piedi nello sfacelo, con l'aria di chi si aspetta una medaglia.
Dimentichi che, dopo le feste, ai veterani spettano sguardi storti e zero rispetto. Nessuno vuole averci a che fare, perchè ricordano tempi troppo tristi che tutti vogliono dimenticare.
Fanno una gran brutta fine, gli eroi.
Per quanto mi riguarda, più che il dolore, cerco di evitare nuove vie del dolore. Nel dolore in sè mi ci trovo bene. E' un posto che conosco, che so com'è fatto, cosa c'è in ogni cassetto. Mi da molta più sicurezza della felicità perchè è più stabile, più frequente, ed è anche la condizione imprescindibile, alla quale si finisce sempre per tornare.
La felicità è, al massimo, una vacanza estiva.
Il dolore è un vestito che metti tutto l'anno.
martedì 12 luglio 2011
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