giovedì 17 marzo 2011

150



Dico la verità: mi piacerebbe. Sì, mi piacerebbe prendere una bandierina, scendere in piazza, mettermi una mano sul cuore, unirmi alla retorica, mandare bacetti alle Frecce Tricolori, ricordare e commuovermi. Unirmi in questo grande auto pompino che è la nostra Grandezza Storica, Artistica, Sociale, Civile.
Mi piacerebbe, anche se quando mi sono svegliato non mi ero neanche accorto che era festa. Capita, quando sei disoccupato perché il lavoro non c’è e i giorni sembrano tutti uguali. Ma lo stesso, grazie Italia.
Mi piacerebbe, guardare il tg e bearmi di tutti quei discorsi imparati a memoria, degli immancabili servizi su quei cattivoni della Lega (scopriamo oggi che loro non si sentono italiani!), delle bandiere e dei bambini. In ogni caso, grazie Italia.
Mi piacerebbe far finta di concordare con la loro versione della Storia, dimenticando che la Storia la scrive chi vince, mi piacerebbe vedere Cavour Mazzini e Garibaldi come nei libri di scuola, prima di capire che Garibaldi, da queste parti, non ha fatto alcun bene. Comunque, anche se il Sud resterà sempre pezzente brigante affamato, grazie Italia.
Mi piacerebbe mettermi anch’io una bandierina sul profilo Facebook e poi andarmene in giro a dire che pasta che vestiti che macchine, senza pensare che da domani ricomincia tutto, la strada in salita, il futuro inesistente, le leggi, l’arroganza, la presunzione, l’arretratezza, la mignottocrazia, le raccomandazioni, il livello di vita che scende, i poveri lasciati a marcire, le masse dimenticate. Ma sì, diciamolo, grazie Italia.
Sì, per un giorno mi piacerebbe dimenticare tutto questo, anche il fatto che, se sarò costretto presto a lasciare il Paese, sarà anche per colpa di questo Paese, come hanno fatto e faranno tanti altri. Chissà se i 150 arrivano anche lì. Chissà se gliene importa ancora qualcosa, lì.
Mi piacerebbe, ma è più forte di me. Andate avanti voi, con bandierine e trombette. Io finisco di fare le valigie, e magari vi raggiungo dopo.
Grazie Italia.

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