Per due giorni di nulla sostanziale, sono accadute alcune delle piccole cose. E' come se nel mio conto personale con la vita stiano apparendo qua e là dei totali. Totali parziali, ma sempre totali.
Così mi vedo costretto a registrare la prima vigilia pasquale in cui davvero non ho mangiato carne (circostanza interamente dovuta al caso), per non parlare della prima assenza ad una messa di quelle festività (circostanza questa invece agognata da anni).
Piccole cose, dicevo.
Una corsa sotto unapioggia leggera, qualcosa di scritto a cui non riesco a dare un finale e una fine.
Piccole cose. Totali parziali.
Penso alla settimana enigmistica e alla pagina dove c'è quel gioco dove devi collegare i puntini numerati. Quello accanto all'altro in cui devi annerire gli spazi.
Ogni singolo punto non è che un misero e quasi microscopico pallino nero, ma uno dopo l'altro formano una strada.
Ecco, la sensazione è la stessa.
Come se questi totali parziali non siano che puntini poco significativi, ma uno dopo l'altro segnino un percorso.
"Iter, itineris". Un giorno di qualche anno fa, la prof di latino chiedeva di declinare questa parola, e chi sbagliava doveva portarla scritta e declinata cento volte sul quaderno, il giorno dopo. Io non sbagliai. Era una parola troppo importante.
E chissà che a furia di seguire questo iter, di pallino insignificante in pallino insignificante, non scorga man mano qualcosa sulla figura: il mio futuro.
Così mi vedo costretto a registrare la prima vigilia pasquale in cui davvero non ho mangiato carne (circostanza interamente dovuta al caso), per non parlare della prima assenza ad una messa di quelle festività (circostanza questa invece agognata da anni).
Piccole cose, dicevo.
Una corsa sotto unapioggia leggera, qualcosa di scritto a cui non riesco a dare un finale e una fine.
Piccole cose. Totali parziali.
Penso alla settimana enigmistica e alla pagina dove c'è quel gioco dove devi collegare i puntini numerati. Quello accanto all'altro in cui devi annerire gli spazi.
Ogni singolo punto non è che un misero e quasi microscopico pallino nero, ma uno dopo l'altro formano una strada.
Ecco, la sensazione è la stessa.
Come se questi totali parziali non siano che puntini poco significativi, ma uno dopo l'altro segnino un percorso.
"Iter, itineris". Un giorno di qualche anno fa, la prof di latino chiedeva di declinare questa parola, e chi sbagliava doveva portarla scritta e declinata cento volte sul quaderno, il giorno dopo. Io non sbagliai. Era una parola troppo importante.
E chissà che a furia di seguire questo iter, di pallino insignificante in pallino insignificante, non scorga man mano qualcosa sulla figura: il mio futuro.
1 commenti:
Un altro modo per sapere di te.
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