venerdì 16 aprile 2010

Squillo nella notte

Era una di quelle cose che erano mie di nome, ma non di fatto. Non solo perché gli altri, arraffoni, me ne impedissero l'uso, ma anche e soprattutto perché in fondo, io, nei confronti delle cose da spartire con chi poi crea problemi, ho sempre scelto di abbandonarle. Non mi bastava il 51% delle quote, non mi andava bene nemmeno il 10, né il 90. Ho imparato a contornare la mia vita delle pochissime cose di mia esclusiva proprietà. Solo 100%. O nero, o bianco.
Questo fino a qualche tempo fa. Adesso, non mi ricordo precisamente da quando, sono cambiato.
Non tratto più le mie cose come una manna dal cielo, ho imparato - o meglio ho deciso - che le cose che mi piacciono le merito, quindi posso desiderarle e devo lottare per averle. E se una è mia solo in parte, dallo 0,01 al 99,99 per cento, mi impegno per raggiungere la quota piena. Forse mi impadronirò di nuovo anche della mia vita.

I casi, della vita.

Una telefonata nella notte, in cui ti dicono che l'hanno ritrovata. Lei, la tua prima e in fondo unica. Quella che non hai mai dimenticato. Quella che in un mondo di persone che tra loro si trattano come cose, è l'unica cosa che - non sai bene nemmeno come e perché - tratti un po' da persona.
Secondo una mia amica tutto dipende dalla sorte, dal caso. Quindi forse è solo un caso, quello che è successo. Eppure è strano che adesso, in un momento in cui cerco di riprendermi ciò che è mio - soprattutto me stesso - molte cose stiano tornando al proprio posto, alcune persino dal passato.
E tutta la vita, tutti gli eventi, hanno la grossolana forma di un disegno. Una bozza. Mia.

1 commenti:

mary ha detto...

Aria di positività!!!