L'altro giorno ho letto da qualche parte PIECE&LOVE, e questo mi ha fatto riflettere su quanto le persone non abbiano idea neppure di come dovrebbe essere fatta, la pace.
Nemmeno io lo so tanto bene, comunque la cerco da anni con tutto me stesso. E finora è stata una ricerca istruttiva. Ho imparato che prima di tutto devo trovarla dentro di me, ma che per questo devo anche allontanare, all'esterno, persone e cose che alimentano la mia irrequietezza.
Capita "a fagiuolo", la giornata di oggi, col suo cielo grigio fitto e la sua luce instabile e confusa.
Non c'è pace a casa, con una madre e una donna delle pulizie i cui dialoghi sfidano l'egemonia rumorosa dell'aspirapolvere.
Non c'è pace per strada, ma si sa che il traffico della capitale è inclemente verso i timpani e le anime in cerca di quiete.
Svolto allora per un parco, fiducioso nel verde e negli uccellini, in uno spazio sufficientemente grande da potermi illudere di essere solo.
Ma no, non è così.
Rombi di tagliaerba al posto dei cinguettii, e testimoni di Geova a irrompere nel mio spazio vitale. Proprio quelli che, se li lasci parlare, magari ti offrono una strada per la pace.
No, davvero nessuno davvero sa dove sia.
Eccetto forse quella ragazza seduta a gambe incrociate sul prato, che studia chissà cosa con la schiena appoggiata al tronco di un salice.
mercoledì 14 aprile 2010
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