Era una di quelle cose che erano mie di nome, ma non di fatto. Non solo perché gli altri, arraffoni, me ne impedissero l'uso, ma anche e soprattutto perché in fondo, io, nei confronti delle cose da spartire con chi poi crea problemi, ho sempre scelto di abbandonarle. Non mi bastava il 51% delle quote, non mi andava bene nemmeno il 10, né il 90. Ho imparato a contornare la mia vita delle pochissime cose di mia esclusiva proprietà. Solo 100%. O nero, o bianco.
Questo fino a qualche tempo fa. Adesso, non mi ricordo precisamente da quando, sono cambiato.
Non tratto più le mie cose come una manna dal cielo, ho imparato - o meglio ho deciso - che le cose che mi piacciono le merito, quindi posso desiderarle e devo lottare per averle. E se una è mia solo in parte, dallo 0,01 al 99,99 per cento, mi impegno per raggiungere la quota piena. Forse mi impadronirò di nuovo anche della mia vita.
I casi, della vita.
Una telefonata nella notte, in cui ti dicono che l'hanno ritrovata. Lei, la tua prima e in fondo unica. Quella che non hai mai dimenticato. Quella che in un mondo di persone che tra loro si trattano come cose, è l'unica cosa che - non sai bene nemmeno come e perché - tratti un po' da persona.
Secondo una mia amica tutto dipende dalla sorte, dal caso. Quindi forse è solo un caso, quello che è successo. Eppure è strano che adesso, in un momento in cui cerco di riprendermi ciò che è mio - soprattutto me stesso - molte cose stiano tornando al proprio posto, alcune persino dal passato.
E tutta la vita, tutti gli eventi, hanno la grossolana forma di un disegno. Una bozza. Mia.
venerdì 16 aprile 2010
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1 commenti:
Aria di positività!!!
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