domenica 19 giugno 2011
Dimmi chi ti ha ridotta in questo Stato
Appena finito di vedere “Il Caimano”. Film abbastanza mediocre, confuso, con più voglia che idee.
Eppure ti porta lo stesso a pensare a lui. Voi del Morgana sapete che non amo parlare di politica, e di lui in particolare (vedi: 14 dicembre 2010), ma sarà per i miei scoramenti, sarà la serata, sarà la rabbia, ma stanotte non riesco a trattenermi come vorrei.
Semplicemente, non capisco come questo tizio abbia potuto prenderci per il culo così a lungo, senza che noi sospettassimo mai niente. Ci ha fatto il lavaggio del cervello? Davvero ci è entrato in casa con le sue televisioni, e ci ha fatto chiudere un occhio o –più spesso- tutti e due? Siamo stati davvero così tanto un Paese di furbetti, da permettere che uno scempio del genere potesse accaderci sotto gli occhi, e si ripetesse pure?
Il berlusconismo mi fa orrore. Peggio ancora, mi fa paura. Perchè è cieco, è sordo, spesso anche ignorante, e questa è stata la sua forza più grande. Non è stato mai un movimento politico nè sociale, ma forse più un fenomeno di costume di quelli che ti cambia la vita, come l’invenzione della lavatrice o del bidet, e non sai come si viveva prima. E prima, certo, non erano rose, ma queste qui sono ortiche, di quelle concimate spesso e volentieri.
Il berlusconismo mi fa paura e mi fa pena, perchè è come un rifiuto che cerca di smaltirsi da solo, un cadavere che ha ancora pensieri da vivo. Si è intrufolato in questo Paese già schizofrenico di suo, ed ha proliferato in un modo che, in un universo parallelo, ci farebbe anche ridere. Se non fosse che ci sono andate di mezzo le nostre vite. Le vite di tutti.
Il berlusconismo ci ha deviato le esistenze, le ha costrette ad un percorso che altrimenti non avrebbero seguito, e questo mi dà la nausea. Ha reso nulle tutte quelle regole –giuste o sbagliate- con le quali eravamo cresciuti. Ha mostrato come risibili tutte le alternative, anche le più creative o coraggiose. Ha fatto piazza pulita di quei valori che ancora si studiano sui libri di scuola, che sono ingialliti anche quando sono freschi di stampa.
Ha cancellato il futuro di intere generazioni, e lo ha fatto con un ghigno.
E’ per questo che ci siamo abbracciati tutti, con le ascelle sudate, il 17 marzo? L’unità, il Paese, Garibaldi, tutte quelle belle fregnacce? E’ per ascoltare quel bavoso farneticante del suo compare a reti unificate, come è successo oggi, che della gente è morta, e dell’altra si è beccata un giorno di vacanza 3 mesi fa?
Non voglio fare un comizio. Odio parlare di queste cose, ma stanotte mi traboccano dal cuore. Mi hai oscurato il cielo, e io non posso starmene zitto.
Tieniti strette le tue Publitalia, le tue Mediobanche, i tuoi giornali, i tuoi servi, le tue puttane. Tieniti le televisioni e le televendite. Tieniti le tue palle, la tua spazzatura, le tue furberie. Tieniti questo Paese, che hai costretto alla terapia intensiva.
Io non ho mai avuto niente da spartire con te o con quelli come te. Eppure tu mi hai cambiato il destino, in qualche modo. Penserò a te come ultima cosa, prima di lasciare questo Paese. A te che non sai nemmeno chi sono, e lo stesso mi hai peggiorato la vita. A te, che troverai sempre qualcuno che ti darà ragione, anche a costo di pagarlo, come fai con le tue mignotte.
Siamo stati fiancheggiatori, complici, silenziosamente consenzienti. Ma queste cose si pagano. Lo vediamo, e lo vedrete.
Come cantava De Andrè, “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.
Nessuno può tirarsi fuori. Siamo arrivati sul fondo e abbiamo scavato, e lo stesso siamo riusciti a tirare avanti in questa guerra giornaliera che ci siamo creati dal niente. Non siamo stati capaci di andare contro a questa marea di merda, e la merda ci ha investito. L’individuo e la massa si perdono, perchè qui perdono tutti tranne uno.
Un giorno, lo so, gli dedicheranno vie, viali, monumenti. C’è chi la chiama ancora democrazia. Forse, come dice Edoardo, questa terra doveva essere sventrata e conquistata da altri popoli secoli fa. Sarebbe andata meglio.
Peggio, comunque, era difficile.
L’ultimo pensiero su quell’aereo non sarà per i miei genitori, o per gli amici, ma solo per te. Per te, che su quell’aereo mi ci hai messo, senza neanche prenderti la briga di pagarmi il biglietto. Qualche persona illuminata (da chi, da Ferrara?) che conosco mi aveva detto che il Primo Ministro viene criticato solo nei Paesi del Terzo Mondo. Mi chiedo cosa siamo noi, oggi.
Quando mia nonna è nata, c’era già Mussolini. Quando è morta, c’era Berlusconi al potere.
Meritava molto di più.
E non era la sola.
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