martedì 14 dicembre 2010

14 dicembre 2010

Mi ero ripromesso di non parlare più di Lei, qui nel Morgana. Non ne valeva la pena. Oggi però ci sono cascato ancora. Eviterò almeno di nominarla, e userò la terza persona non per formalità o rispetto, ma solo per mantenere le distanze.
Ci tenevo a sottolineare subito una cosa: io non ce l’ho con Lei. Non provo odio nei Suoi confronti, non la giudico migliore dei suoi predecessori, e sono certo che in futuro vedremo ancora dei bei campioni. Non penso che Lei sia la causa di tutti i mali, che tutte le cose che non vanno in questo Terzo Mondo travestito da Ricca Signora sia da addebitare a Lei. Non ho mai pensato che quelli che si spacciavano per Suoi avversari fossero il Bene, e lei solo il Male. Non credo, soprattutto, che una volta che Lei non sarà più sulla scena politica, i problemi magicamente spariranno.
Sarebbe facile, consolatorio, ma è proprio questo il gioco della politica. Parlare di ideologie, di schieramenti, di idee, ormai non fa neanche più ridere. Non metto in mezzo i concetti di amore e odio, come spesso ha amato fare Lei. La faccenda è stata già banalizzata, volgarizzata, sputazzata abbastanza, per quanto mi riguarda.
Non La odio, io. Se qualcosa del genere lo provo, è solo nei confronti della Sua Italia. Lei non è lì per caso, lo sappiamo. Lei si meritava questo Paese, e questo Paese si meritava Lei. Vi siete amati per 16 anni, probabilmente lo farete ancora, in un rapporto perverso fatto di corna, bugie e urla, di quelli dove la Vittima entra nella parte e torna, torna, torna sempre.
L’Italia si meritava uno come Lei, perchè Lei era tutto quello che questo Paese voleva. Non è stato un caso. Non m’importano i motivi per cui lei è sceso in politica –anche perchè non credo esista nessuno più che lo fa per qualche ideale lontano dal conto corrente. Lei è stata la persona giusta al momento giusto. C’era voglia di nuovo, ma che fosse nuovo solo all’apparenza. Agli Italiani, Lei lo sa bene, piace vedere sempre la stessa cosa, sia in tv che nella vita. Non amano le sorprese, forse perchè, sotto quell’aria da sole, mandolino e grandi sorrisi, sono dei pessimisti che si aspettano sempre qualche temporale.
Lei è arrivato e ha saputo interpretare il ruolo dell’Italiano per Eccellenza: in un paese di furbetti, Lei è stato il più furbetto; in un paese sempre più arrogante, cafone, devoto alla fica, ai soldi facili, incurante degli altri, trafficone, maleducato, ottuso, caciarone, ignorante e strafottente, Lei li ha bruciati tutti. Era giusto che stesse lì. La Sua Italia, però, non è la mia. Non è quella che mi è mancata mentre ero dall’altra parte del mondo, non è quella di cui mi parlava la gente emigrata, non è quella dei miei nonni; ma è quella che ogni volta mi accoglie all’aereoporto con spinte, gente che salta la coda, personale sgarbato, stronzi che urlano stronzate al telefonino; è quella che parcheggia in seconda fila bloccandomi la macchina e poi vuole anche ragione; è quello che salta il turno e non si gira nemmeno a guardare; è quello che getta la sua merda dal finestrino, tanto ci sarà qualcuno a raccogliere. E’ l’Italia che evade, quella raccomandata, quella che prega e poi fotte il prossimo, che guarda Vespa e chi s’è visto s’è visto, che ha più fondi per le auto blu che per la cultura. E’ un Paese che non si stupisce più di niente, che gli fanno le cose peggiori, lo prendono a calci in culo, lo sfottono davanti, e lui niente, impassibile, invecchiato, stanco, abituato a tutto. Un Paese che un giorno caccia via a colpi di monetine uno come Lei, e anni dopo gli dedica una via a Milano. Dove le bombe esplodono e le domande restano sempre senza risposta.
E una risposta non si può trovare se non la si cerca nemmeno più, non Le pare? E’ questo quello che Lei ha fatto a quest’Italia. Ha suonato il Suo flauto, l’ha addormentata, e mentre dormiva ha fatto quello che doveva fare. Ci stiamo ancora riprendendo (ma sarà poi vero?) dai danni causati dall’ultimo dittatore che abbiamo avuto, più di 60 anni fa. Quanti anni ci metteremo a riprenderci dai danni che sta causando Lei a questa Italia? E non parlo della monnezza, dei tagli, dei miracoli mai avvenuti. Intendo i danni CULTURALI, ficcati ben dentro la mente della gente. Per quanto ancora, dopo di Lei, continueremo a fare i furbetti, i vecchi porconi, gli arrivisti, gli arroganti? Quelli che vogliono tutto e subito, che se ne fottono, basta che hanno una particina nel Grande Fratello? Quelli che non sanno fare niente e vogliono diventare famosi proprio per questo? Quelli che appaiono e basta?Quando torneremo ad essere Italiani Brava Gente (semmai lo siamo stati?).
Oggi ha vinto quest’Italia. Anche il metodo utilizzato per vincere, sono sicuro che non ha fatto scandalizzare troppo i suoi molteplici elettori.
Eppure c’è anche un’altra Italia. Non rumorosa, o forse solo numerosa come la sua, ma c’è. E’ l’Italia che sale sui tetti, che protesta, che cerca di far sentire civilmente la sua voce. E’ l’Italia che ha spento la televisione, che non segue la sua squadra, che non legge i suoi giornali, che non compra le sue pentole. E’ l’Italia che non La odia. E’ l’Italia che non la vede nè come un eroe nè come un mostro, ma solo come uno dei tanti (che colpo terribile al Suo ego!). E’ l’Italia che avete cercato di strangolare, di etichettare, di zittire, ma che riesce sempre a farsi sentire.
I libri di Storia che scriverete saranno pieni dei vostri trionfi. Questa Italia, quella sana, quella che ancora è viva, non ci sarà, perchè non sopporterebbe l’idea di trovarsi nella stessa pagina con uno come Lei. Ma basta cambiare pagina, per cambiare tutto.
Capita, qualche volta.
Distinti saluti.

1 commenti:

KioKKiOLLa ha detto...

Ah. Un bel respiro. Grazie.