Milazzo e il suo promontorio di fronte evocano una certa eleganza che rimandiamo da mesi. Per la precisione quasi cinque. Dal finestrino appannato vedo le luci della petroliera. Mi coinvolgono per un po', poi la lascio lì.
E' meravigliosa.
Non riesco a saziarmi di quel volto,così morbido e bello. Ammiro la forma dei suoi fianchi.
Continuo a restare spiazzato, una donna, nuda, per me.
Il mare, quel costante retrogusto d'estate come spezia sul nostro legame.
Ogni tanto, tra una scopata e l'altra, parliamo. Io le racconto del mio comunismo e della rivoluzione. Lei racconta della sua quotidianità, e provo un forte desiderio di farne parte. Non che non ne faccia parte, ma vorrei condividerla con lei.
Spesso mi chiedo se sia giusto. Intendo vivere in questo modo, farsi, scoparsi, spendere i soldi lavorati dai propri genitori e nient'altro. Nient'altro. L'amore certo, ottima giustificazione. Ma è giusto non far nulla, amare e farselo bastare?
Cazzo, certo che è giusto.
Se potessi, passerei tutta la mia vita così.
Scriverei un libro di merda, tipo Baricco o meglio ancora Fabio Volo, farei un sacco di soldi e me ne andrei a vivere tra Berlino e Barcellona, per poi tornare di tanto in tanto in quello scorcio che non so nemmeno come si chiami. Ma è splendido il nostro scorcio. Ci mettiamo sempre dopo i lampioni, l'oscurità non è totale ma è meglio così. Ammiriamo l'elegante promontorio di Milazzo, le psichedeliche luci della raffineria, le onde del mare e a volte la luna e le stelle. In realtà lo facciamo poco, la maggior parte del tempo passa a contemplare i nostri corpi. Così estranei a noi, in fondo. Eppure io mi riconosco nel mio corpo. Vorrei essere più forte per farla godere di più, vorrei anche essere più affascinante nelle mie espressioni. Mi piaccio solo quando sono un po' più serio. Lei è splendida. C'è un'armonia totale tra il suo bianco latteo corpo da Dea della Caccia, le sue tette timide e rosate, quel viso ambiguo tenero/erotico nel giro di un bacio e tutto ciò che porta dentro di sé. E' una mia opinione.
Mi piacerebbe scriverle poesie, belle frasi e belle parole. Mi piacerebbe dirle che ho bisogno di lei, e questo è più facile.
Queste notti sembrano avere un senso. Torno a casa esausto, e la stanchezza mi ricorda lei. Evoco il suo viso con grande facilità. Mi lascio rubare l'anima.
No. Non serve proprio nient'altro.
E anzi, se fosse possibile, bisognerebbe avere ancora meno.
giovedì 26 gennaio 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento