lunedì 16 gennaio 2012

Alla grande madre Russia e alle fredde nevi di Leningrado

Quindi ritengo che sia necessario coltivare l'idea, diffonderla, far si che ritorni a fluire. Non una non-idea, non il nichilismo dei paradossi né il comunismo "che sa raggiungere la perfetta armonia, per la durata di un concerto". Sarebbe bello, certo, ma ci vuole qualcosa di ancora più grande. Più dell'Oltreuomo, più del grande libro di Miller. Di più, molto di più. La lungimiranza e la caparbietà non appartengono ai vecchi; potremmo considerarli il male della società moderna, in realtà sono il male di qualunque società (società, non comunità). Essi sono colonne portanti della società, essi SONO la società e irretiscono chiunque nella loro società. E' ovunque questa gloriosa società: le sue vittorie rimbombano per il globo, rimbombano come gli echi della morte lì, dove muoiono di fame, di sete, di stenti milioni di persone, lì dove il diritto alla dignità si perde nel dollaro a giornata che sfama bocche logore e sorridenti. E si perde qui, tra le nostre vite avanzate, tra i lumi del benessere mentre ci distribuiscono caviale che sa di scatoletta per gatti. I vecchi ci imprigionano nella convinzione che null'altro sia se non questa società. Oh certamente non tutti; un determinato carattere senile, somigliante ad un tranquillo banchiere padre di famiglia, senza troppi problemi se non una nazione al collasso. E mille altri volti simili.
L'uomo si vanta con la natura di essere un animale razionale, si definisce addirittura intelligente! Ci dev'essere qualche errore, visto che questa vispa creatura non vede intorno a sé la sistematicità con cui si divertono a controllare il mondo: Grecia, Portogallo e Irlanda, Spagna, Italia, adesso la Francia e ancora l'Ungheria... Semmai iniziasse un programma di eugenetica beh, per favore, geni islandesi! Loro hanno capito tutto.
Noi no. La generazione dei sessanta non ha idea di cosa sia il mondo. La generazione dei quaranta è cieca, mastica becera frustrazione tra un insulto al corrotto di turno e una maledizione al denaro che non basta mai.
Restiamo noi, nati tra le macerie del muro e della democrazia, quando sembrava aver trionfato il bene e invece non era che un altro tassello a completare il grande puzzle della globalizzazione. Non ha nulla di sbagliato la globalizzazione. Ha solo bisogno di camminare su gambe diverse, che sappiano pensare e sappiano farlo in maniera diversa. La nostra generazione divide le sue forze tra lo sputtanamento di ogni speranza e la manifestazione della speranza stessa. Non basta. Non possiamo essere 1 ogni 5 ospiti del Grande Fratello. Non possiamo permettercelo. La rivoluzione sarà enorme e magnifica, non avrà pietà di loro se non riusciremo a salvarli. Non possiamo obbligarli, ma è nostro obbligo assoluto mostrargliela. La soluzione. L'alternativa.
Nelle vene della nostra generazione scorre il sangue del futuro, di un futuro che sembra cristallizzato, perché nemmeno i nostri sogni riusciranno a intuire la magnifica grazia della rivoluzione. Ma la rivoluzione si nutrirà del nostro sangue, e il futuro sarà ciò che noi divoreremo, ciò che noi porteremo nella nostra mente.
LUI finirà, e allora il mondo impazzirà. Non importa se avranno già le soluzioni, se miracolosamente presenteranno il nuovo modello di futuro capitalista. Gli arabi non lo accetteranno, il mondo sarà un pullulare di mosche impazzite. Sarà uno spettacolo magnifico.
Se noi ci saremo, questa volta la rivoluzione sarà davvero un nuovo inizio. Gli islandesi direbbero "agaetis byrjun". E allora prepariamo le anime, sperando sia davvero un buon inizio.

A te: ovunque saremo, comunque staremo, qualsiasi cosa succeda, sarà questo progetto a unirci e lo porteremo a termine, uniti una volta ancora, qualsiasi cosa succeda, comunque staremo, ovunque saremo.

0 commenti: