martedì 24 gennaio 2012

Credo che ci voglia un dio ed anche un bar. Ma soprattutto un bar.

L’altro giorno un mio amico mi chiedeva che senso avesse ancora tenere un blog –seppure collettivo e democratico come il Morgana. Gli ho risposto che non lo sapevo, e forse l’avevo fondato e continuavo a scriverci proprio per questa ragione.
E stasera in macchina, mentre torno a casa da una festa, ripenso ad un po’ di cose che non so –ma solo poche, che sennò non mi basterebbe il tempo di questo tragitto in auto.

Non so cosa c’entro con questi australiani cresciuti in un credo di bottiglie e cemento, con le case tutte uguali e le regole ben definite. Cosa c’entro io, santone di Big Sur con la barba lunga e le cicatrici ovunque, con un posto dove, se odi centri commerciali e Suv, già sei fuori per metà. Cosa c’entrano questi ragazzi muscoli e pancia di birra, queste ragazze cosce sode e gran sorrisi, cosa c’entro io con loro, che sembrano cresciuti in una festa infinita, che non hanno visto guerre o miseria e nemmeno le loro tristi conseguenze. Loro che non hanno molto di cui parlare, che sono freschi nuovi vincenti, che bevono non per nascondere un dolore, per un rimedio antico, per spegnere voci e ricordi ma solo per farlo, perchè così gli hanno detto, perchè non sono riusciti a pensare a niente di diverso.

Non so cosa sta facendo un amico, che per ora si trova dall’altra parte del mondo, e che raccoglie cambiali dalla Fortuna con un sorriso beffardo, come chi non ci crede ma lo fa lo stesso. Vorrei che quest’amico fosse qui in questa macchina, vorrei che spremesse fuori tutto quello che so che si è tenuto dentro come un punto nero che è lì da parecchio, vorrei che parlassimo delle nostre cazzate come sempre succede e che poi ci fermassimo da qualche parte a farci una birra che i ragazzi australiani non potrebbero capire. E vorrei che la Fortuna cominciasse a pagargli gli arretrati ma so che quella troia ama farsi pregare.

Non so se i quattro sono svegli, se magari si stanno riprendendo da un doposbronza o stanno andando al lavoro o sono semplicemente a cazzeggiare. Mi sorprendo più volte di quelle che immaginano a pensare a loro, a cose semplici, quello che fanno, come passano il venerdì, cosa si dicono tra loro, cosa pensano da soli. Come se fosse d’accordo con loro, all’improvviso la radio passa una canzone che mi ricorda la scorsa estate, che di estate aveva ben poco. Eppure, poche estati sono state così folli, intense, selvagge, divertenti. Non so dove siete, ma grazie.

Non so se lei ha già preso sonno, e non so quanto è dura vivere con me, ora come sempre. Per me è sempre stata tosta sopportarmi, figuriamoci per gli altri. Avere per casa un vendinuvole come me, coi miei alti bassi e bassissimi, col mio umore alle stelle e per terra, le mie tragedie e i miei giorni di sole e la mia mancanza di vie di mezzo, i miei quaderni sempre in giro insieme alle mutande e i miei ricordi sparsi sul pavimento, beh insomma, ci vuole coraggio. Non so come fa, ma sono contento che lo faccia.

Non so cosa sta facendo un sacco di altra gente a cui penso spesso, e che so che in un modo o nell’altro leggerà tutto questo. Le liste non mi piacciono e i nomi nemmeno, ma se state leggendo queste righe, ovviamente sapete chi siete. E beati voi che lo sapete.

Non so cosa ne sarà di questo mio 2012 appena cominciato, che per me anni e anniversari e compleanni non sono mai contati un cazzo, però ho bisogno di un punto, di un qua si comincia, perchè la mia mente è creativa e fancazzista e si perde facilmente e non voglio che succeda perchè sono stanco, perchè sto mirando alla luna sbagliata da troppo tempo, perchè le parole mi restano bloccate dentro e io non so più come andarle a cercare, a convincerle a venir fuori a riveder le stelle, e così decido che questo 2012 deciderà tutto, deciderà se questo battere barcollante sulla tastiera è vero o è un gioco, se questo trucchetto che mi sono portato dietro da tempi lontani e bui ha ancora un senso (ne ha uno nuovo) o è meglio che mi dedichi ai cruciverba e a lavare la macchina la domenica. Deciderà se sono diverso o solo diversamente cazzone.
E mentre decido, penso anche che sia ora, per me, di trasferirmi in un’altra stanza, dalla quale farò avanti e indietro. Nessun problema, scrivero' le mie frescacce anche da un'altra parte, tutto qui. Al Morgana non rinuncio, ovviamente. Dove cazzo mai lo potrei trovare un altro mojito così?
Sarà un 2012 tosto, amici belli. Tenetevi forte e continuate a non sapere, e a voler scoprire. E’ quello che ci tiene vivi.
Ci vediamo al solito bar.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Scrivere ha sempre un senso. Fa bene a chi scrive e ha effetto, qualsiasi esso sia, anche su chi legge. Magari casualmente e non è incluso nella non lista pur presente.. come me:)

Viva i nuovi (anche fittizi) inizi!