giovedì 9 febbraio 2012

Dalla stanza 79...

Ho uno zaino da campeggio, un borsone e un trolley stavolta. Appoggio le chiavi della stanza 79 sul comodino e mi butto sul letto. Il borsone mi ha lasciato una strisciata sulla spalla, oltre ad avermi appesantito. L'ho sovraccaricata, perchè stavolta la partenza è definitiva. Quest'hotel, in cui ho sempre scaricato l'adrenalina dei momenti di passaggio, diventerà un luogo di sosta tra due nuove località, delle quali Roma probabilmente resterà sempre il perno fisso.
Ho bisogno di sciacquarmi la bocca. Bevo dal rubinetto del lavandino e osservo il bagno dallo specchio. Qui riesco a svuotare i carichi migliori. Voglio dire, è un po' come se questo fosse il bagno di casa mia. C'è ancora quel segno sporco sulla parete, dietro il bidet, dove una volta ho dato un calcio, sbagliando la mira. Avevo bevuto un po' troppo.
Chissà che un giorno non mi metta a riverniciarlo, come se fosse davvera mia. Anche quella parete. Ci dovrebbe essere un senso del comune più sentito tra le persone. Dovremmo amare di più i servizi sociali, i luoghi pubblici, le zone condivise. E il Morgana è a tutti gli effetti un luogo pubblico. Decisamente l'albergo più pubblico che esista.
Se solo apprezzassimo di più il luogo in cui viviamo, finiremmo con l'accorgerci che vivere in un posto curato si rispecchierebbe anche nella cura che gli altri potrebbero avere nei nostri riguardi.
La prossima volta compro una piantina e la lascio sul balcone di questa stanza.
E' un regalo che faccio sicuramente prima a me stessa che agli altri, credetemi, anche se questa stanza è di tutti.
Il pensatoio della stanza 79 ha dato ancora una volta i suoi frutti.
Ora scendo nella hall e offro un mojito alla prima persona che incontro. Così. Perchè oggi mi sento più civile. Più umana.

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