domenica 22 maggio 2011

Stanza 101, prego.

Tutti sanno cosa c'è nella stanza 101.

Tutti.

Per alcuni, la paura principale è quella di esser seppelliti vivi, per altri sono i topi.

Per tutti è la solitudine.

Una brezza di desiderio di libertà spira nelle circonvallazioni dei nostri castelli mentali, e ci sorprendiamo a chiederci perchè questa brezza non sfiora i grattacieli di freddo calore che sovrastano il centro. Come artisti pretendiamo di vivere nello sfarzo dei sentimenti conformi, nobili e pii, nei valori, oh i valori! Conquistiamo la libertà di parola e parliamo per mezzo di idee, Platone sarebbe fiero di noi, e le nostre idee non hanno nemmeno l'originalità dell'Oltreuomo. Avanziamo la pretesa di conquistare l'Oltreuomo. Il codice criptato della vita-nella-libertà. Troviamo l'autorità giusta cui condannarci.

Che autorità sovrintende all'Amore?

Forse il Consiglio Superiore dell'Erotismo? Troppo scontato, credo.

Liberiamo l'amore dal feticcio, libero dal masochismo. Liberiamo l'amore dalla sua semiotica. Sleghiamolo dall'etere, lasciamo che esso trapassi atomi, molecole e vada a riempire gli interstizi dello spaziotempo. L'Oltreuomo annichilirà il bisogno del significante. L'Oltreuomo annichilirà se stesso, perchè questo mondo può fare a meno di lui. Questo mondo ha bisogno che l'eterotopia frantumi le parole. Le parole sbagliate. E cioè ogni singola parola che abbia un significato.

Liberiamoci, e terrorizziamoci.

La stanza 101 contiene il mondo privo di significanti.


Quindi s'intreccia la danza degli angeli del fast food, un groviglio di camicie da sbottonare, visioni di lenzuola sfatte, microferite di piacere che come aghi frantumano le poche sinapsi integre che ancora possiedo. Nessuna di loro prevale. Danzano, ammiccanti, desiderose. Volano da un lato all'altro del locale, si spogliano lentamente tra l'indifferenza della Massa, ente sacro ed eterno della storia.

Una danza distopica, ghirigori preludio di piacere, manca un passato o forse il passato può essere modificato. Mi sento protetto, la danza delle Chimere mi domina e mi sottomette.

Una di loro mi si avvicina.

Il suo alito caldo brucia le mie labbra, e lei cola su di me e io colo sul ventre dell'universo ansimante.

Sogna di far l'amore con Selene, l'uomo che mai ha amato il cielo.

Lei è bionda e accecante. Ha delle piume chiare di colomba bianca. Distinguo il suo meraviglioso naso mentre le mie mani acquistano un'anima in cambio di pochi spiccioli d'adenosintrifosfato che sgretola con grazia e violenza i bottoni della camicetta.

Ho voglia di scopare. Lei ancora di più.

Anche la pelle del suo corpo brilla, luce che diventa tremolante quando impulsi di isteria erotica eccitano i recettori del suo morbido sottile collo, scivolano giù le parole del contatto verso architravi di sottile sensualità, tetto scoperto di un seno piccolo e desiderabile almeno quanto la sottomissione. E' un leggero gioco di azione-reazione. Ogni cellula della sua pelle sfiorata è un leggero ansimare.

Sanguina. Sanguinano le sue ali, sanguina la sacra rosa. Sangue nerastro. E' il sangue dell'oblio. Sento di perdere i tratti del mio volto, sento che non hanno alcun senso, sento che anche lei sta cambiando, metamorfosi di puro peccato.

Sento che io la penetro con forza, mentre lei sembra racchiudere tra le gambe le voglie di Dio. Non c'è comunione, c'è solo contingenza. E non può esserci altro.Le sue unghie sbrindellano la pelle morta delle mie emozioni in successione, i suoi orgasmi si intrecciano e le parole perdono qualunque significato. Non c'è che piacere, e il piacere non esiste. Il mondo fuori va a trovare Berkeley, si dissolve sempre più l'angelo decaduto. Lentamente, realtà in dissolvenza andrà a ritrovare il suo posto nel nulla di Krishna, e io mi ritrovo con la mia mano sporca di sperma,seduto sulla tazza del cesso. Forse adesso potrò fare la doccia.


La stanza 101 contiene le nostre paure. Tutte. La stanza 101 è la stanza della solitudine, perchè chi non ha nessuno da rinnegare, da tradire, è destinato alla condanna assoluta. Esiste il giudice trascendente nell'alienazione della libertà?

E' dolce lasciar fluire il ruscello idilliaco dei suoi occhi, a separare un tappeto di riccioli d'erba dorata, cime innevate di splendente biancore e calda atmosfera rosata di labbra che dipingono tramonti, qui, nel giardino delle illusioni. E' dolce vedere che l'idillio prende lentamente possesso delle tue mani, e tu inizi a dipingerlo sopra lo schema precostituito della cementificazione selvaggia del tuo essere-per-amare. Sposta i progetti del tuo cielo, della tua aurora, del tuo paesaggio, e dipinge guidando la tua mano ciò che il supremo dittatore Eros le ordina di dipingere.

Scova chi sta assoggettando l'arte del tuo pensiero.

Sei tu, che vuoi sottostare.

Sei tu, incapace d'amare.

Già sogni il ciclico ripetersi di baci e carezze levare poesie d'encomio alla tua abilità nello scovare punti erogeni, già le tue notti inconscie sfiorano le reminescenze delle felicità future mentre fanno capolino in fotogrammi invecchiati sul suo sorriso. Già tu ti sei consegnato al volere del terrore e della solitudine.

E capisci questo, cogli l'attimo di lucidità, capisci che è una cazzata e amare è una cazzata, e capisci perchè Dio è un cazzaro, capisci perchè questa fitta pioggia d'amore ti scivola addosso come il riflesso delle luci natalizie in centro a dicembre.

Nella splendente spiaggia dell'isola di Amore Vero realizzi che ami la sua libertà, e la sua libertà distruggerà la tua. E decidi di ribellarti, e allora ti cattureranno e ti porteranno nella stanza 101.

Guardati. Solo. Insignificante. Non vali un cazzo, hai il pisello in mano e tutto ciò che sai fare è immaginarla mentre scopate in un fast food. Sei solo. Sei fottutamente solo e puoi dar da mangiare al gatto finchè il gatto non avrà noia di nascondere la sua anima e inizierà a imprecare mentre divora la testa di quel bambino fastidioso e piagnone. Non puoi che amare, o sei condannato a morire.

Riuscirai ad amare?

Provaci.

Provaci.. vai a carezzarla, ferma la sua avanzata, fermala! Fissala in quell'attimo di eternità sospesa bellezza. Fissala, conservala nel nulla della privazione semantica e riempiti della vostra contingenza. Carezze, baci, sesso. Veri. Veri? Cazzo, non star qui a sindacare, ancora non capisci che devi amare te stesso per amarla? Non capisci? Ti divorino i lupi, vada in malora il demonio, tu sarai e sarai soltanto quando il tuo sguardo contemplerà la luce dei suoi quark, e non la sua cazzo di anima essenzapparente, ermeneutica dell'alienazione amorosa.

Non è difficile se ci provi. Non è difficile se la smetti di parlare e ti consegni al linguaggio dello sfiorarsi di universi.

E' scontro. E' lotta per la sopravvivenza.

Già sogni di baciarla, e lei scioglierà allora l'elettroshock, e dirà che sei salvo.

Allora, potrai dire di essere condannato.

Ma la tua sarà la prigione del cielo.


Non puoi fuggire

La prigione

della realtà

Puoi far sì

che le sue pareti siano le pareti dell'universo.


Amare, privo di senso, prometto che qualcosa di più sensato la scriverò la prossima volta.

Oggi è soltanto confusione.

Ma a me la stanza 101 piaceva, il letto era comodo e la temperatura calda.

Il piscio del mio terrore aveva un soggetto.

Da oggi, chi mi cambierà le mutande?

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