venerdì 20 maggio 2011

Metanoia

Metanoia. Sensazione di serenità, sensazione di pace, sensazione di molteplice, sensazione di voglia d’amare che si riflette in piccoli volti, abissi dell’anima.
La metanoia deriva dall’inerzia. L'inerzia che mi ha restituito un ego quanto mai a brandelli e quanto mai forte e progressivo.
Meta-, perché trascende il significato della parola “noia”. Trascende quella che sarebbe la noia reale, eppure è noia, non va questa situazione, è provvisoria e destinata ad evolvere. In cosa? Questo è un problema.
La metanoia è frutto di quella libertà che ci sembra di possedere quando non siamo innamorati, sommata alla nostra nostalgia di quelle fottute catene d’amore. La metanoia è frutto di un mondo illusorio etereo, in cui vivi sereno attraversando corpi, situazioni, eventi senza che questi riescano a procurarti una vera emozione.
La metanoia è nostalgia.
La sua manifestazione principale è la lacrima. Non importa se a piangere sei tu o il cielo. Sembra paradossale, eppure è così. In una lacrima sul suo volto vive intrappolato il ricordo più bello, tra lacrime di cielo sogni di sfiorare dolci mani, abbracciare piccoli esserini dubbiosi e fragili eppure così etero topici.
Si, eterotopici, perché i loro occhi aprono su altri luoghi. Aprono sul giardino delle illusioni, aprono su te riflesso nell’universo, mentre la loro anima esplode sotto la soffice pelle che tanto vorresti baciare.
Negli abissi di quegli occhi il giardino delle illusioni trova la sua ragion pratica, la sua ragion d’essere.
Vorrei è un verbo così dolce.
Davvero vogliamo ciò che non abbiamo?
Vorrei.

Vorrei danzanti
esplodono
i suoi occhi.

La metanoia dipinge la sua morte. La dipinge con colori caldi e saturi di desiderio. Con tratti netti ma delicati. Con parole precise, nomi precisi, sintassi determinata.
Ma quando arriverà il momento di uccidere la metanoia?
Quando lo spettro dell’amore tornerà a intorbidire la mia mente?
Ho paura di tutto questo.

Paura. Mentre la ammiri, mentre ammiri la sua bellezza, senti un brivido. Un avvertimento. E qui la paura compie il suo dovere. Proteggermi. Devia i miei pensieri, “stai andando oltre!” sembra dirmi. Ho paura. E tanta voglia d’amare. Un conflitto d’applicazioni nel cervello. Vincerà la voglia d’amare. La metanoia tornerà a far posto alle catene, e sarò di nuovo prigioniero di una prigione senza mura, la cui dolcezza spesso si rivela letale.

In a world of madness and miracles... Grandi speranze. Partorite da pure illusioni. Diluito in questo contenitore di corpi che è la realtà, mi ritrovo ancora una volta a proiettare il film della mia felicità. Io, lei.
Una lei multiforme, variopinta come i paesaggi d’autunno, variopinta come le mille accezioni del suo ego.
Una volta accarezza i miei sogni facendosi rincorrere, con in mano una Reflex.
Un’altra mi fissa, mentre perle d’acqua scorrono sul suo volto.
In comune, la stessa sensazione di benessere assoluto che riescono a comunicarmi.
In comune il mio desiderio d’amarle, ed il loro desiderio di essere amate.
Dove sei?

Where I end and you begin. Sono alla ricerca del tuo inizio, che sarà la mia fine, che sarà il mio limite, che sarà il mio confine. Continuo ad espandermi, e sento il bisogno di avere un limite. Ho bisogno di un mondo che accarezzi il mio, voglio ancora l’aurora nel mio cielo, forte e devastante nella sua essenza.
Voglio trovare la mia fine, ed il tuo inizio.

La metanoia, confortevole insensibilità di cristallo, pronta ad essere infranta.
La paura, sentinella della metanoia, destinata ad essere inibita.
L’amore, oltre la mia assoluta solitudine, in quella eburnea essenza di donna.


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