martedì 11 gennaio 2011

VOLARE COI PALLONCINI

Penso a un grappolo di tanti palloncini di diversa grandezza. Ogni palloncino è un desiderio, e sono legati fra loro e sono legati tutti in un unico intreccio che si riduce a sempre meno fili e finisce nella mia mano destra.
Non so se quel filo conduce direttamente a uno o più palloncini. Non so nemmeno se conduce almeno ad un palloncino. Per il momento, però, li tiene assieme tutti.

E se domani il vento li spingesse sempre più forti fino a sciogliere il groviglio che li tiene assieme, disperdendo il più dei palloncini nel cielo infinito? Non saprei più dove andare a prenderli, e nemmeno a cercarli.

Sono sempre stati qui, pochi metri sopra la mia testa che guardava troppo in basso. Poi col tempo ho imparato ad alzare gli occhi ed eccoli lì.
Palloncini.
Colorati, leggeri, tondi e simpatici. Uno spettacolo immenso. Ed erano miei.

Ora ho questo filo, e i palloncini sono davvero a portata di mano. Non sono abbastanza leggero per volare via con loro, e pure il filo non è forte abbastanza.
Paure. Di perderli, sì. O di vederli scoppiare uno a uno.
Ma la paura più grande resta quella di tirarli a me e prenderli. Tutti.

E se domani ci riuscissi? E se domani il filo tenesse fino almeno al primo palloncino, quello rosa con la faccia sorridente?
Sarebbe l'accadimento più spaventevole della mia vita. Non potrei più stare qui a commiserarmi, ma dovrei subito passare al secondo e poi al terzo. Dovrei metterne al sicuro quanti più possibile. Potrei abbracciarli tutti e forse allora, forse, col sole a scaldarmi potrei davvero cominciare a salire. In mezzo ad aria più fresca e con una visuale migliore, baciato dal sole di giorno e dalla luna di notte.

E se domani volassi?

A Terra, nel fango, non voglio tornarci mai più.



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