Mancano due giorni e io sono qui seduto davanti alla mia finestra, con quel panorama che conosco bene –la pizzeria, gli alberi, e poco dietro il cimitero. Non esattamente quella che si potrebbe definire una vista spettacolare… Eppure il fatto di conoscerla così bene me la fa quasi piacere. Inoltre si riesce a vedere il cielo, e in questa città di palazzoni uno sull’altro è già un lusso incredibile…
Roma l’ho trovata uguale a sempre. Non ho avuto molto tempo per dedicarmi a sfogliare l’album dei ricordi, e questo è forse un bene, perché qui la situazione è un pelo più tosta che nel Bucodiculo.
Non per la città in sé, intendiamoci. Un paio di giorni fa sono andato in centro e ho avuto la sensazione di essere ancora un turista dopo 8 anni passati qui. Alienante, è la parola esatta. Roma è una città che raramente puoi viverti per intero. Il più delle volte o annaspi, o ti scegli la tua zona limitata dalla quale esci per le tue incursioni, appunto, da turista.
Non per la città in sé, intendiamoci. Un paio di giorni fa sono andato in centro e ho avuto la sensazione di essere ancora un turista dopo 8 anni passati qui. Alienante, è la parola esatta. Roma è una città che raramente puoi viverti per intero. Il più delle volte o annaspi, o ti scegli la tua zona limitata dalla quale esci per le tue incursioni, appunto, da turista.
La mia zona è stata la Tiburtina. Dire che mi mancherà sarebbe una bella barzelletta. Diciamo che mi ci sono abituato, e lei si è abituata a me. Una coppia che vive insieme da tanti anni senza arrivare mai a conoscersi del tutto. Anche se vivi in una città da milioni di abitanti, finisci per vedere sempre la stessa strada, gli stessi posti, e anche le stesse facce. Roma è un tentativo malriuscito. Roma è un grande paesino. Roma è bellezza sprecata. Roma è migliaia di speranze messe insieme, che non sempre vengono esaudite.
Ma più ancora che Roma, o la Tiburtina, sarà dura salutare il mio nido per otto anni. Qui, in questa casa con la carta da parati color vomito e i mobili vecchi e cadenti, è successo tutto quello che si può spesso trovare in una vita intera, o nemmeno lì. Vedo ancora me stesso così pivello arrivare qui, con le mie valigie e le mie cose da imparare, quasi un secolo fa. In mezzo tutte le sbronze, le facce, le risate, le incazzature, le scopate, le tristezze e i casini che hanno fatto di questa casa un posto intriso di vita, merda e sogni –un riparo quando fuori pioveva da troppo tempo –un museo di Noi Stessi e un’astronave lanciata nello spazio –una nuvola leggera leggera e una camera con vista. Tutta questa è stata Welldone, casa mia. Davvero, casa mia.
Non c’è un modo non banale e non patetico per salutare questa casa, e quindi non lo farò.
Invece mi affaccio e fisso dritto davanti a me, cielo e cimitero –sole e ombra in un’unica occhiata. Questa, in fondo, è Roma.
Non c’è un modo non banale e non patetico per salutare questa casa, e quindi non lo farò.
Invece mi affaccio e fisso dritto davanti a me, cielo e cimitero –sole e ombra in un’unica occhiata. Questa, in fondo, è Roma.
Marco
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