lunedì 28 maggio 2012

Re:

Chissà se questo è il posto giusto, per scrivere. Chissa se poi ne esiste uno. In fondo ogni posto è buono e, anche se questo non è il tuo indirizzo email, so che magari mi leggerai.

La notizia del tuo arrivo ha fatto scattare un timer. Magari non pensi di essere tanto determinante nella mia vita, ma in fondo, da qualche tempo, una volta l'anno io so che magari passi di qui e ci facciamo qualche chiacchiera fra tante birre. La verità è che sei una parte di me, una di quelle che preferisco.

Leggo la data del tuo passaggio e penso "cazzo, la mia vita si fosse mossa con tipo 2 mesi di anticipo a questo punto avrei potuto davvero ospitarlo da me". Saresti stato indubbiamente più scomodo, saremmo crepati di caldo, ma avrebbe avuto tutto un altro sapore. Però mi guardo dietro e vedo, al di là del romanzo di formazione a cui accennavi tu, che negli ultimi due anni ho macinato strada sufficiente a concedermi, oggi, di essere fiero di me per almeno 5 minuti.

L'altra sera pizza fuori con alcune persone, con un famoso assenteista che tu puoi immaginare chi fosse. Puoi anche immaginare quanto poco mi abbia sorpreso la sua assenza e ancora di più quanta tristezza mi abbia fatto notare invece che, negli ultimi due anni, alcune cose fallate non si siano aggiustate nemmeno un pochino. Ad ogni modo c'era questa cena e ti ho pensato. Hai presente quando a volte la conversazione - tra semi sconosciuti che si stanno semi conoscendo - vira di colpo sull'artistico? Bè il più delle volte questa cosa non accade, ma l'altra sera è successa. Una ragazza ha detto di essere una scrittrice. Io mi sono meravigliato perché poco prima aveva affermato, con la stessa certezza, che lavorava come segretaria in uno studio legale. Allora ho pensato che magari avevo capito male. Lo ha detto con una tale fierezza che mi ha incuriosito tantissimo. Un ragazzo, affascinato dall'argomento, le ha chiesto cosa scrivesse, ed è venuto fuori che lei ha pubblicato una raccolta di racconti, e poi forse qualche altro racconto qua e là. Poi - maledetto il tipo che ha innescato la sua parlantina - è venuto fuori che sapeva tutto sul mercato editoriale, sul fatto che in realtà i racconti tirano tantissimo, sul fatto che tante case editrici fanno a gara e a volte a botte tra loro pur di aggiudicarsi raccolte varie etc. E pensare che per i primi 45 minuti aveva parlato pochissimo.
Poi c'è stato un effetto a catena, e molti altri artisti nascosti - insospettati scrittori, pittori. scultori etc seduti al nostro tavolo - hanno cominciato ad alzare le mani.
Ho seriamente avuto paura che il morbo si estendesse a tutta la sala.

Se fossi stato a quel tavolo, alle prime parole della ragazza ci saremmo lanciati uno sguardo d'intesa. Poi magari le avremmo chiesto di spiegarci meglio, di raccontarci tutto di lei e del suo talento. Anche se non c'eri, comunque, quell'occhiata d'intesa mi è sembrata di scambiarla ugualmente. Sarà forse per quella parte di me, calcata ad immagine del tuo spirito, che mi porto sempre dietro specie se so che andrò a fare due passi, a respirare un attimo, per poi tornare a casa a piedi nel cuore della notte.

A presto.

1 commenti:

Lo Zango ha detto...

Il tuo messaggio e' arrivato a destinazione, Ricciulillo, e ora che lo rileggo in doposbronza (uno stato che nei nostri brevi incontri proviamo spesso) lo posso quasi sentire tra le dita. Posso essere li' a quel tavolo, a cercare di non ridere in faccia a nessuno, posso essere li' con una Barley fredda mentre tutto il resto e' afa, posso essere li dove sono, ogni anno, almeno per un paio di giorni. Io che non ho mai avuto una casa, e forse ne ho avute cento.
Ed in quel caso, questa e' una di quelle cento.
Ci vediamo prestissimo, Ricciuli'.
Prepara le Barley ;)