Eccoci di nuovo qui, all’ hotel morgana, al primo piano,
nella mia stanza 117, sulla poltroncina che odora di spezia, tabacco, muffa, ma
se avete un buon olfatto potete sentire anche il profumo di donna, si una in
particolare, ovviamente, sempre Lei.
Si Lei; perché nella vita si dice che si deve andare avanti, "the
show must go on!"
Ed è vero cazzo ma quanto è difficile farlo in certi casi.
La vita è corta... è breve... fugge...
Vaffanculo! I luoghi comuni li
conosciamo tutti e fare i maestri con le vite degli altri siamo tutti
bravissimi.
Me per primo, mica sono immune da questa cazzo di mania del “so
tutto io!”
Poi invece ti ritrovi una mattina, in un letto, sfatto, con
i confini delle cose distorti dal fumo di una canna, con un maledetto
martellare in testa ad ogni battito del cuore e non riconosci l’odore che hai
accanto a te.
O meglio, sai che quell’odore non è quello che vuoi e ad un
certo punto tutto si illumina.
Come un coltello che lacera una tenda scura con
la quale ti sei nascosto finora.
Come se fosse un bozzolo di farfalla.
Ma in realtà
sei ancora bruco, anzi sono più bruco che mai e non voglio diventare farfalla.
In quel momento, ti accorgi che ti sei preso per
bene per il culo, che in realtà non è mai andata via dalla tua testa, è sempre
presente in ogni singola parte del tuo corpo.
O forse, anzi sicuramente, sono io ad essere rimasto dov’ero
mentre Lei andava per la sua strada.
Allora ti guardi intorno con occhi diversi, malinconici.
Riconosci appena
i confini anche se rischi che le lacrime appannino tutto.
Capisci che chi hai accanto non c’entra niente né con te né con lei.
La guardi dispiaciuto perché ti senti di averla usata, o
forse no, del resto tu sei stato chiaro... poco importa comunque.
Quello che importa adesso è che hai capito che sei solo un
coglione che si è fatto prendere per il culo da se stesso.
Ti giri dall’altro lato, chiudi gli occhi, e speri che
almeno nei tuoi sogni lei sia davvero li con te e che il resto sia solo un
brutto incubo.
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