A quelli che "nella vita oltre il calcio c'è solo la fica" e a quelle che "uffi! ...doveva essere il mio principe azzurro".
A quella che è astemia e a quello che guida "a zigzag" perché è ubriaco.
A quelli che hanno davanti una strada dura e si rimboccano le maniche, ma anche a quelli che hanno una strada spianata e decidono di complicarsela.
A quelli che essere seri non vuol dire solo tenere la stessa ragazza per qualche anno, ma anche porsi il dubbio che possa non andare bene.
A quelli che vanno a letto alle undici e si svegliano alle otto con due di pressione, che devono carburare. A quelli che si addormentano alle due, e alle sette sono in piedi, arzilli, salvo rischiare di svenire più volte nella corso della giornata.
A quelli che sono già alla terza macchina e a quelli che scelgono i mezzi, oppure che vanno in bicicletta.
A quelli che convivono col proprio ragazzo o la propria ragazza, a quelli che li aspettano una volta l'anno dall'altra parte del mondo.
A quelli che prendono tutto e si isolano tra i monti, e a quelli che si sentono soli nelle grandi città.
A quelli che si buttano e a quelli che ci pensano, persino a quelli che esitano.
A quelli che non perdono mai la speranza, e a quelli che si abbattono per nulla.
A quelli che appena possono corrono, persino sotto la pioggia, e a quelli che "je danno de penneca".
A quelli "tutti d'un pezzo" e a quelli che piangono spesso.
A quelli che scelgono con coraggio solo perché hanno paura.
A quelli che sognano, alcuni senza nemmeno accorgersene.
A quelli che sono "già vecchi" e a quelli che resteranno eternamente bambini.
A noi tutti, noi giovani. E alla speranza di restarlo sempre, almeno un po'.
martedì 11 maggio 2010
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