sabato 17 agosto 2013

Discorso con l'anima

La mia anima siede
al tavolo
a fine pomeriggio
con braccia conserte
il piede che dondola
nervosamente

La guardo da
dietro un bicchiere
-silenzio-
solo il rumore soffice
del tiro di una sigaretta
il rumore sordo di anni
che si schiantano contro il
muro
e nessuna curiosità di
controllare
se qualcuno è ancora vivo
tra le lamiere

Silenzio. Bicchiere.
Poi lei mi guarda
come a voler continuare
un discorso, sospira
-E poi non sai niente di me.
Mi chiami con un nome
non mio
mi invochi quando le tue
ferite vomitano fiamme
lingue di niente
nelle notti ghiacciate
-ma non sai chi sono
non sai cosa voglio
non conosci l’orrore
che mi porto dentro
le albe desolate, gli abbandoni
gli strazi di stupri a metà
di eserciti di pensieri che mi
hanno scavato rughe come trincee

Silenzio. Bicchiere.
La mia mano a cercare tra
la barba
l’ultima verità nascosta
l’ultimo biglietto vincente
-ma non trovo nulla

-Io so che per te sono tutto
(ricomincia lei)
ma non voglio che tu
parli di me con gli altri
-non capirebbero

Ci fissiamo un attimo
stupiti di essere ancora insieme
dopo liti e insulti a forma di coltello
stupiti di essere ancora vivi
dopo saccheggi e incendi
che hanno svuotato
le nostre infinite strade

Ne verso un altro
gocce che cadono sul tavolo
gocce nuove su gocce antiche
quelle future
la guardo e dico
-posso almeno
scriverne?

Lei non risponde
si alza e va nell’altra
stanza
ed io capisco
che resteremo
per sempre
insieme.


Marco Zangari © 2013

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