Solo rumore
e le nostre facce di sempre.
Eravamo dentro da un niente
e già volevamo tornarcene fuori.
Luci e ombre all'ingresso
ci avevano mentito.
Non era il posto, quello,
per urlare
chi eravamo e che volevamo.
Non era il posto
per dimenticarci
di essere figli
di Dio.
Figli reietti.
Solo rumore
e le nostre facce di sempre.
Quattro mura mutacolore
e nemmeno un paio di gambe
da metterci dentro la mano.
La troia al bancone
mi aveva ingannato
con un sorriso.
C'è un modo peggiore per ingannare?
Io l'ho immaginata con lo stesso sorriso,
sotto di me.
Mi stringeva dentro di lei
e con gli occhi chiusi si mordeva le labbra.
Il mio piacere non l'aveva mai avuto.
Io l'ho avuta l'istante di una fantasia umida,
ma non mi è bastato
per restare in vita nel buio.
Maledetta quella notte sprecata.
Maledetto il nome di nostro padre.
lunedì 7 febbraio 2011
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4 commenti:
Benvenuto al Morgana, e complimenti per la poesia. Occhio a dove schizzi, però ;)
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