Quella sera lui è arrivato in perfetto orario nel luogo stabilito, ma poi ha cercato un posto dove provare a togliersi quel qualcosa che gli era entrata nell'occhio.
Uscito dal pub ha incontrato i primi due, ancora in macchina a cercare parcheggio, ed è andato con loro.
Poi la cena, con risate distese e conti che da lì a breve non sarebbero tornati. Euro che volano via come se per davvero, quella notte, fossero solo carta.
Piccoli bicchieri di carta, bianchi, riempiti di liquidi dai colori vivaci che scendono giù per la gola.
Valeria e Viola, sconosciute dai nomi con qualcosa in comune, partner per pochi minuti di una bevuta corale che non lascia il segno.
Per quel momento.
Poi la ragazza di Perugia farfuglia e barcolla (ma lei sì che lo regge bene, l'alcool), poi una donna sposata si struscia in continuazione (però cavolo, non fa sesso da 4 settimane!), un'altra non sposata propone la "mossa del koala". Da lì a breve irrompe Dante ("che è sbucato dal nulla e c'aveva ragione" - commenterà qualcuno), vestito di tutto punto, e poi all'improvviso un rospo di legno si mette a suonare davanti a un cerchio di ubriachi.
È la fine, e il cielo buio abbastanza da convincere tutti. Ci salutiamo, ci auguriamo un futuro assieme e ci incamminiamo per strade diverse, che forse mai più si rincontreranno.
Al ritorno lui ha preso aria, ha camminato cercando di tenere una linea dirirtta sul marciapiede. Si è fermato a bere a ogni fontanella. Non ha riso né pianto, come quel suo ultimo giorno. Si è limitato a fissare il cielo ogni tanto, e ha respirato a fondo un po' dell'aria notturna, non facendo caso allo smog. Si è fermato davanti a piazzale Aldo Moro, si è seduto ai margini di una vasca e ha letto un capitolo di "Australian cargo". Poi ha preso due appunti, scarabocchiato qualcosa e infine scritto dei versi. L'ha scritti con perfetta grafia tra le righe dell'agenda che gli ha regalato il "Capitano", l'ha scritti a cuor leggero, ispirato, quasi nel buio. Tanto quel qualcosa, dall'occhio, se n'era andato via. Poteva di nuovo rimettere a fuoco le parole.
venerdì 30 luglio 2010
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