Salinger e’ morto a 91 anni. Beh cazzo, arrivarci a 91 anni. Impossibile. Magari mi annoierei pure. Lo faccio gia’ adesso.
Ma non volevo parlare di questo. Non so bene di cosa volevo parlare. Non ho uno scopo ben preciso. Non voglio fare il necrologio anche di Salinger, che senno’ il Morgana comincia a diventare posto da grattarsi le palle. Per quello bastano i giornali, coi loro articoli pronti gia’ da anni. In quel caso forse avrebbe fatto bene Salinger a grattarsi le palle.
Che posso dire? Che VOGLIO dire? Che quest’uomo e’ stato un genio. Senza sbrodolarla troppo. Il suo libro e’ stato uno dei primi che ho letto, ed e’ ancora uno dei migliori. Non ho letto altro di Salinger oltre il Giovane Holden. Non m’importa. Quello bastava e avanzava.
Un ottimo primo libro basta per la carriera di uno scrittore?
Perche’? Tu non hai scritto nemmeno quello, no? (citazione)
La prima volta l’ho letto in viaggio, uno dei tanti, e l’ho trovato geniale. Alla fine del libro avevo voglia di prendere il telefono e chiamare Holden e farmi una chiacchierata (citazione). Mi ha fatto ridere come pochi altri libri, mi ha fatto pensare senza farmi venire la faccia di uno seduto sul cesso, mi e’ entrato dentro.
Poi sono passati anni, non ricordo nemmeno piu’ quanti. Salinger pero’ era sempre li’. Li’, nella sua cazzo di foresta, a fare quel che cazzo gli pareva. Come Holden, come Salinger. Questo stronzo ha lasciato un segno col pennarello indelebile sulla letteratura del Novecento e poi si e’ permesso di mandare tutti affanculo e ritirarsi nelle montagne. Per lui c’erano convegni, interviste in tv, giornalisti appostati, monumenti, forum mondiali, conferenze stampa. Niente. Non gliene importava niente.
Forse, con quel sorrisino ingenuo e furbissimo alla Holden, avra’ pensato –ma che cazzo c’entra tutto questo con lo scrivere una storia?
Ecco perche’ quest’uomo era un genio. Ecco perche’ nessun altro pennivendolo con la voglia di flash paparazzi e crema abbronzante potra’ mai neanche dire di appartenere alla stessa categoria.
Salinger li ha spiazzati tutti perche’ ha fatto una cosa che non ci si aspettava da uno scrittore: ha scritto. Ha scritto e basta.
Non so i motivi per i quali si sia ritirato cosi presto. Magari non ne avevo nemmeno uno. Gli girava cosi’, e’ tutto. Aveva scritto una storia di cui tutti parlavano, ma adesso era finita. Non voleva farne un film per il cinema, ne’ un adattamento per la tv, non voleva raccontare aneddoti simpatici sulla sua creazione, non voleva leggerlo in pubblico.
Voleva solo farsi i cazzi suoi.
Ecco perche’ Salinger era uno con i controcoglioni.
La prossima volta che avrete in mano una copia dell’abbronzato Baricco, pensate a Salinger che se la ride nei boschi mentre tutti lo cercano e lui non si fa trovare.
A Salinger che alza il dito medio ed esce di scena come meglio non potrebbe.
Dicendo: questa e’ la mia storia. Ora toglietevi dalle palle.
La lezione piu’ grande Salinger l’ha data non presentandosi in classe.
Quando sono arrivato in Australia la prima volta, quasi 3 anni fa, il primo libro che ho letto in inglese e’ stato “The catcher in the rye”. Un po’ perche’ lo conoscevo in italiano, un po’ perche’ nonostante il mio inglese approssimativo lo capivo. Un po’ perche’ ero in viaggio e ritrovavo un amico.
Casa era lontana, e non sapevo se ci sarei mai tornato.
E anche questa, ovviamente, e’ una citazione.
1 commenti:
quanti ne ho ancora da leggere...quanti.
Grazie per le parole e per il sunto, AA. Credo proprio che tu mi abbia svelato un'altra delle persone che vorrei tanto conoscere, solo che quasi non so della loro esistenza.
Beata ignoranza.
Grazie.
E grazie anche a te, Salinger.
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