sabato 20 febbraio 2010

Una primavera lunga come l'eternità

Un giorno mi sono trovata all'aereoporto di Roma. Avevo appena passato nove mesi in quella città. Lì avevo avuto alcuni dei momenti più brutti e soli che ho mai avuto. In quella città ero cresciuta più in nove mesi che in tutta la mia vita. Mi sono innamorata di quella città. E in quella città mi sono innamorata. Ma innamorata davvero, e per la prima volta.
Ma quel giorno che mi trovavo all'aereoporto non avevo ancora capito perche ero lì. Ancora non l'ho capito. Perchè andavo via dalla mia città, dal mio Morgana?
L'ironia era che sull’aereo accanto a me non c'era il mio amore che mi aspettava. C'era il motivo per cui ero scappata dall'Australia. Un uomo cattivo e vergognoso. Quando mi ha chiesto come stavo, gli avrei potuto sputare in faccia - ma non meritava neanche quello.

Nella vita, non so perchè, ma ci sono cose così che dobbiamo fare. Alcuni di noi devono passare autunni lungo un giorno e altri delle primavere lunghe come l'eternità.


La mia fortuna è stata che quel giorno, seduta dall’altro lato, c'era una donna tanta curiosa che vedeva e sentiva un'aria strana e triste - così forte che si preoccupava per me. Abbiamo parlato un bel po’. Si chiamava Angela.

Alla fine Angela mi ha detto che nel passato lei era stata una veggente. Mi ha detto che non dovevo più piangere, nè preoccuparmi. Mi ha detto che quell’uomo accanto a me non era il mio futuro. Il mio futuro invece restava con chi amavo, l'uomo che avevo lasciato a Roma.
A questo punto io e lei abbiamo brindato al mio futuro. Al nostro futuro. E non ho mai guardato indietro.



E cosi la primavera è diventata subito l'estate.

2 commenti:

Derevaunseraun ha detto...

Un bel post, probabilmente quello più agognato. ^_^

GRANDISSIMA BECCA!

clelia ha detto...

Ho quasi le lacrime agli occhi e oggi avevo proprio bisogno di leggere un post come questo. Bravissima Rebecca...