Ci hanno insegnato a camminare per permetterci di muoverci, di andare dove vogliamo.
Un passo alla volta, possiamo arrivare ovunque.
Allora perché non possiamo raggiungere certe persone?
Perché ci è precluso questo viaggio, forse l'unico che vorremmo veramente compiere?
La verità è che spesso noi uomini ci dimentichiamo come si fa a camminare, per quanto possa essere semplice.
Basterebbe mettere avanti un piede, poi l'altro e continuare così, fino a raggiungere la meta, rallentando se il terreno è scosceso, muovendoci più in fretta e con sicurezza se il sentiero è piano, aiutandoci con le braccia a mantenere l'equilibrio se necessario. Così facendo, potremmo andare veramente ovunque.
Ma la verità è che siamo diventati troppo pigri per farlo.
Appesantiti da vestiti invernali che ci proteggono dal freddo anche quando è estate e si muore di caldo, rinunciamo a spostarci.
Spaventati da un terreno insidioso, preferiamo rimanere immobili ad aspettare.
Oppure, convinti dell'inutilità del viaggio, preferiamo non provare neanche a fare i bagagli.
E rimaniamo fermi, in attesa, convinti magari che sarà l'altra persona a raggiungerci.
Potrebbe anche accadere, ma la verità è che a volte il viaggio è lungo, troppo lungo per essere fatto per intero. Cosa accade dunque? Dopo giorni, settimane, mesi passati in viaggio, chi cercava di raggiungerci rinuncia e si ferma: si arrende perchè ha bisogno di riposo. Se sperava di riuscire ad arrivare fino a noi, ecco che si arrende, conscio dei suoi limiti.
Tuttavia, non rinuncia all'idea di vederci arrivare da dietro l'angolo.
Non sa però che noi siamo fermi e che dunque non svolteremo mai quell'angolo. Lui ha viaggiato per niente, ma di chi è la colpa? La colpa è nostra, che siamo rimasti fermi ad aspettare.
Non si può aspettare per sempre, bisogna agire. Se tutti ci impegnassimo per avanzar, un passo dopo l'altro, gli uni verso gli altri, allora sarebbe tutto più facile: ci incontreremmo a metà strada e tutti i problemi si risolverebbero.
Basterebbe aver la buona volontà di provare capire il punto di vista altrui e cambieremmo il mondo
Noi uomini dobbiamo ricominciare a venirci incontro, a metà strada; forse in questo modo avremo una vita migliore. La felicità, sicuramente, ci apparirebbe meno lontana.
venerdì 23 novembre 2012
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