venerdì 6 aprile 2012

Big Sur Moon...

C'è stato un tempo in cui questa stanza si affacciava su un futuro prossimo fatto di divertimenti e libertà, d'estati passate a costringere le nostre impronte nelle orme dei beat, sognando notti d'ebbrezza in una Big Sur del Tirreno, e questo bastava, il futuro era lontano. Da quella finestra potevi goderti il fascino di questi pazzi bikkhu senza meta se non il paradiso, e tutto era folle e la scrittura era folle e non c'era che un roteare vorticosamente come onde centripete, e sembra incredibile che la stazione radio metta su proprio adesso High hopes con tutto il suo significato e i suoi ricordi. E' una di quelle magiche coincidenze che il buon Kundera avrebbe riversato volentieri sulla sua Tereza, e intanto la spiaggia, il mare, la notte stellata d'estate, Jack e Zango e Stefania ("the artists are present") ( la NOSTRA performance, nostra e nostra soltanto scivolare su di una strada lastricata d'oro e reminescenze, si sa che i ricordi sanno essere dorati) e quella polvere d'amore nell'aria che allora non possedeva ancora il delicato volto di un'amante fragile come le lentiggini del volto di Dio, intanto qualcuno scrive tanti bevono quello stronzo di Ginsberg continua a guardare Hank come a dire "che cazzo ti credi di essere a scrivere in quel modo" e Hank dovrebbe pensare lo stesso ma se ne frega e pennellate, pennellate di luce purissima perché stasera Dio è David, e l'assolo di High hopes trovatemi un fottuto Delacroix che saprebbe fare di meglio, è un orgasmo pennellate di luce che squarciano il petto da cui vomito angeli che volano trapassati dalle magiche pennellate di quel solo... campane in lontananza, suoni lontani, il vociare di un convito di pazzi, era quella la vita che avevo davanti.. Adesso la vedo ancora, stravolta eppure fine a se stessa proprio come dev'essere, senza mobili Ikea, senza Australia, senza università, senza FUTURO. Il futuro è un ciclope idiota, un tarlo cancerogeno, quando abbiamo perso la capacità di fottercene? Diventeremo tutti così, siamo quindi destinati a perdere per sempre la nostra verginità? Perché non posso restare vergine dal futuro, perché devo desiderare qualcosa che vada oltre il presente della mia mente? Non voglio guardare il mio misero futuro, fosse anche la ricchezza, fosse anche la rivoluzione. Voglio osservare il presente tangibile della mia mente, voglio osservare dalla finestra della mia stanza qui, nel Morgana dove in fondo tutto è iniziato, la notte soffusa di Big Sur colare via in un delirio d'estasi come quando leggevo On the road e Angeli di desolazione, come il mio approccio con Hank, come indossare la pelle morta di serate mai realizzate, la gioia è a tre mesi da me e per il breve intervallo di una stagione il futuro sarà il futuro e l'unico futuro autorizzato a guidare i miei passi sarà la dolce madre dal cui seno succhio grandi speranze e l'Eterna Luce della Pietà, quando siamo diventati così pudichi, liberiamoci delle nostre stupide fobie e non ci sarà nulla oltre la nostra danza di piacere nella notte di Big Sur. Questo è ciò che vedo dalla mia finestra. Vado a letto, lei dorme già. Mi rannicchio dietro la sua schiena. Lei era la pioggia mancante, lei era il Bodhisattva che i miei desideri avevano smarrito. Adesso non ci sono più scuse.
Adesso non abbiamo più scuse
futuro
futuro
futuro
or-ro-re fuori
obliare il resto,
adesso non abbiamo più scuse.

Quando arriverà la notte, eseguiremo la nostra performance, intrisi di notte e piacere e dioniso, sarà pura, sarà purezza come d'orgasmo tra le nostre idee, talenti riscattati dall'ortodossia, fosse anche per qualche ora, qualche ora ancora...

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