lunedì 14 giugno 2010

Il caldo è un pessimo collega di lavoro

Per uno che non fa pause sigaretta, staccare la spina ogni tanto è fondamentale. Non c'è un pacchetto da 4 euro lì sulla scrivania, a ricordarti che ogni tanto devi prenderti un momento per te.

Tu sei solare, ignorante e stagista quel tanto che basta per vivere più serenamente.
Eppure il traffico scorre senza sosta a pochi metri dalla tua viuzza, e sulla tua scrivania i lavori si accumulano secondi solo alla polvere.

La polvere.
Resta lì, un po' sospesa e un po' sedimentata. Il caldo l'impasta con lo smog e col fumo, e lei, infame, s'infila nei polmoni tra una bestemmia perché la corrente è andata via di colpo e una risata col collega. E tu non puoi non respirare, tu non puoi non vivere. Ormai hai capito come si fa, e già questa è una gran cosa.

Qualcuno è andato via quando l'avevi appena conosciuto. Qualcun altro non hai avuto il tempo di farlo o vederlo sorridere. Qualcuno, intanto, per te è diventato qualcuno.

E tu sei lì, e te la giochi con le tue carte.
Con due ventilatori strappati a una soffitta piena di polvere e tristezza. Con un po' di tè freddo e qualche gelato, perché il caldo è un pessimo collega.
Questa non l'avevi ancora imparata, ma niente paura: sei lì proprio per questo.

Tra un pantalone bianco a tratti semi trasparente e una strigliata che ti arriva dalla stanza a fianco, tra un caffé caldo e un tè freddo, a volte stacchi gli occhi dal monitor.
Ma tanto poi torni lì. Tra le pagine che hai scritto e gli errori da rimettere a posto, ci sei tu.

0 commenti: