Bevi e vivi.
Abbandonati, lasciati trasportare dalle onde. Buttati.
Sai cosa ti piace, cerca di raggiungerlo. Afferralo, costi quello che costi.
Cimentati in cose che non conosci, gettati in abissi sconosciuti e che ti fanno paura. Fottitene, se puoi, della paura.
Di "ti amo", di "mi sento debole", di "ci penso io a te", di "ho bisogno di te". Di "sei un coglione", di "ho sbagliato".
Di quello che ti pare, quello che senti, ma dillo: hai una bocca, e dei polmoni per soffiarci dentro le parole.
Non aver paura di dire che stai bene, se così senti, e non aver paura di fare il contrario, se senti il contrario.
Bevi e vivi. E dormi felice. Senza stress e senza incubi.
Ma al mattino, almeno per un istante, interrogati.
Tra il caffé che sale nella moca e il rumore della mano che fruga nel pacco di biscotti, pensa.
Senza domande, senza risposte, senza capire, l'esperienza è infruttuosa.
Genera solo ricordi, piacevoli e non, ma non è utile. Non ti rende completo, non ti rende più saggio.
A patto che importi. A patto che ne valga la pena. A patto che ne abbia la voglia.
La strada per imparare passa per l'errore quanto per l'ammissione di averlo commesso: un ego superbo può rifiutarsi.
Un ego superbo è il primo nemico del miglioramento, del completamento.
Tu vivi e vivi. E impara.
Impara prima di tutto a non essere superbo.
giovedì 26 novembre 2009
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3 commenti:
"La strada per imparare passa per l'errore quanto per l'ammissione di averlo commesso"
Pienamente d'accordo!!!
Mi fa piacere.
Però Mary ti voglio più polemica...
:D
sono polemica al momento opportuno...ma in linea di massima prima cerco di comprendere ciò che la gente vuole esprimere...ovviamente mi piace dire la mia...vorrà dire ke sarò più cattiva in futuro...ahaha;)
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