sabato 7 novembre 2009

L'angoscioso problema del crocefisso





Qualcuno le chiama armi di distrazione di massa. Non so. So che a 4 giorni dalla sentenza che “vieta” il crocefisso nelle scuole, non c’è telegiornale o giornale che non gli dedichi uno spazio in prima pagina. Si intervistano ministri, vescovi e soubrette. Ci si domanda sul perchè questa Corte di Strasburgo sia così senza cuore, così cieca. Si parla di gruppi di giovani di destra che entrano nelle scuole per lasciare crocefissi come protesta contro questo abominio. Di sindaci che emettono ordinanze contro questa sentenza europea. Di crisi dei valori, di tradizioni, di religiosità. Di confronto. Di dialogo. Di ministri che urlano su persone che possono morire, ma quel crocefisso non si deve toccare (in evidente sintonia con lo spirito e la tolleranza del nostro Cristianesimo). Addirittura ieri ho sentito Sgarbi che dava la colpa di un omicidio-suicidio tra marito e moglie vicino Napoli alla sentenza di Strasburgo.


Ecco come ci fottono.



La tecnica è semplice: prendi una cosa di cui non frega un cazzo a nessuno ma che sai già che attecchirà sulla massa in quanto evidente ingiustizia, e ne parli ne parli ne parli finchè la gente non pensa ad altro. La distrai, e in più la unisci contro un nemico comune –in questo caso quei cattivoni della Corte. Ma che bastardi eh?, dicono agli italiani. Noi che c’abbiamo il Papa c’abbiamo le chiese, ma come si permettono questi stronzi senzadio eh?, li infuocano i telegiornali.


E intanto la gente non pensa.


Non pensa che questa cosa è inutile. Peggio: è offensiva. Ci siamo mobilitati tutti, il ministro che fà ricorso, le masse che mettono mano ai forconi. Come se questo fosse il nostro primo e unico problema.


Anzi, come se questo fosse UN problema.


Chi se ne fotte del crocefisso in classe. Non ricordo nemmeno se ne avevamo uno noi, ma anche se l’avessimo avuto NON era quello il problema. NON lo era allora, NON lo è adesso. Scudo fiscale, un premier sotto processo, una crisi infinita, il terreno che frana, la libertà che diminuisce sempre più, la mancanza di ricerca di soldi di lavoro di speranza...e noi ci indignamo per il crocefisso.


Hanno vinto.



Così si abdica al proprio pensiero, alle proprie opinioni, alle proprie responsabilità di uomo nel mondo. Gli dici, fate voi, e loro ci danno sotto. Ormai è la televisione a decidere per cosa ci indignamo e di cosa ce ne sbattiamo. Nemmeno delle nostre emozioni possiamo fidarci più. Basta un certo tipo di ripresa, una certa musichetta in sottofondo, e un piccolo incidente diventa una tragedia apocalittica da cannibalizzare.


Basta un silenzio in più, e 30 morti sotto il fango scompaiono da un giorno all’altro.


Ci sovvertono i sensi, ci cambiano la realtà, ci camuffano la verità. Ormai ti fidi solo dei telegiornali per quello che accade. Non hai nemmeno una tua VERA idea sull’accaduto. Vai al posto di lavoro e ne discuti ripetendo per filo e per segno quello che hai letto. Non ti chiedi nemmeno se è vero. Non ti chiedi nemmeno cosa DAVVERO ne pensi su quella faccenda. Sei un’altra delle pecore che fa bee bee. Sei il mediocre che loro volevano tu diventassi. Servi solo a votare, acquistare e stare zitto.



E così nella stessa settimana abbiamo questa notizia del crocefisso e quella dichiarazione del nostro premier.


Del crocefisso, dio mio, ma a chi cazzo vuoi che gliene freghi? Eppure diventa questione nazionale. Una cosa da lavare nel sangue. I giornali fanno partire i sondaggi, i presentatori tv aizzano la folla. Le casalinghe i vecchietti i soliti bigotti che si scandalizzano. Quelli che vanno a messa a Natale e dicono che gli immigrati dovrebbero morire al paese loro.


E la notizia è falsa, è pura superficialità. Mica dimostri così se uno Stato è laico –così come quello italiano dovrebbe essere, sulla carta. Lo dimostri fottendotene dell’ingerenze sempre più pesanti del Vaticano sulle leggi, sulla salute, sulla società. Facendo pagare l’Ici alla Chiesa, la più grande compagnia immobiliare del mondo che alza gli affitti e sfratta i poveracci all’insegna dell’amore cristiano, e poi ti chiede pure l’8 per mille facendoti vedere il bambinetto africano. Instituendo le coppie di fatto e legalizzando la prostituzione, dando diritti agli omosessuali e permettendo la procreazione assistita e la ricerca sulle staminali.


Questo è laico, signor Bersani. Non un pezzo di legno appeso al muro.



Di contro, quel nanetto lì che dichiara, in caso di condanna nei miei processi non mi dimetterò.


Ecco, lì ti aspetti che si scateni il finimondo. Che l’opposizione urli tanto da far cadere i muri. Perchè, che cazzo, qui c’è un tizio a capo di uno Stato che dice esplicitamente di non riconoscere la validità del suo apparato giudiziario –che lui stesso, in quanto Primo Ministro, dovrebbe contribuire a tutelare come istituzione fondante- e di sbattersene del risultato finale. In un Paese dove se hai dei precedenti per rissa al bar non puoi partecipare a certi concorsi. In un mondo dove i leader politici si dimettono anche solo se vengono INDAGATI, in attesa di scoprire la verità.


Questa, al mio Paese (che non so più quale sia) si chiama eversione. Fra un brigatista che mette le bombe e un Capo di Stato che fa una dichiarazione del genere, non ci vedo molta differenza (morti a parte).


E nessuno ha fiatato. Nessuno ha detto niente. il solito Berlusconi, ha ripetuto qualcuno, con quell’aria bonacciona di quando si parla del povero zio rincoglionito.


C’è un Capo di Stato eversivo, e nessuno dice una sola parola. Non i suoi alleati, non quell’opposizione di fiancheggiatori. Glielo dica quando andrà al Parlamento Europeo, signor D’Alema. Glielo dica che abbiamo un capo-dittatore eversivo. Come? Come dice? È stato proprio lui a mandarla lì?


Ah.


Ecco.



Una notizia importante, ma era messa dietro, come il papello tra mafia e Stato, come i morti sul lavoro, come i licenziati e i disoccupati. Dietro, in mezzo ai servizi sul dove passerete le feste di Natale e sul perchè nell’era di Internet i giovani non si scrivono più lettere d’amore. Dietro dietro, in fondo, per non farle vedere troppo.


E poi il posto davanti è già occupato.


C’è il crocefisso.


Per Dio.






1 commenti:

Derevaunseraun ha detto...

Ma lo sai che questa cosa del crocefisso proprio non l'avevo sentita, questa volta?
Riflettevo proprio ieri sul fatto che sarebbe meglio non collegare mai alla tv il cavo dell'antenna.
Lo schermo teniamocelo, e colleghiamolo al pc per vederci qualche bel film sapientemente scaricato.
Anche se alla fine la tv è solo un mezzo di diffusione, ma siccome qui stiamo nella merda più nera trasmette soprattutto merda più nera.

Nelle scuole più che in altri posti il crocefisso non è affatto il problema.