Morogoro è come un nuovo punto di partenza. Il primo è stato Dar, il
secondo Zanzibar Town, ma qui sembra di essere entrati nella dimensione
più selvaggia del Paese. La città si estende lunga una strada principale
come ogni villaggio del posto. Dopo lungo percorrere nel fitto verde
del territorio incontaminato, si apre uno spazio multicolore di banchi
sulla strada. Da Morogoro si inizia il cammino verso il safari nel
Mikumi Park. Dopo quattro ore di lungo viaggio in jeep, a tratti
interrotto dai posti di blocco della polizia, arrivati a Morogoro,
l'atmosfera cambia insieme al paesaggio. La lussureggiante vegetazione,
ornata da palme e baobab, lascia il posto a una distesa secca di erba
alta: la savana.
Morogoro è punto di partenza due volte; anche, infatti, quando siamo costretti a lasciare il Mikumi Park.
Lasciamo
alle nostre spalle mandrie di bufali e gnu, famiglie di elefanti e
antilopi, zebre e giraffe, ma soprattutto la soddisfazione di aver
avvistato tre leoni nei soli due giorni che ci hanno preceduto.
Lasciamo
il tepore del fuoco acceso davanti alla nostra tenda e il chiarore
della luna piena nella notte, dopo ore al crepuscolo del sole in cui le
ricerche del leone sono state vissute con la speranza di poterlo
scorgere ancora. Maestoso, ai piedi di un albero, sotto una luce sempre
più calda. Sempre più bella.
E, infine, lentamente poterci avvicinarvi.
Ripassiamo
dunque per Morogoro e la gente ci fa le foto. I turisti qui non sono
all'ordine del giorno. Il viaggio verso Dar diventa un lento ritorno al
presente. Un ritorno alla dimensione metropolitana. La lentezza scandita
dalle corse goffe delle giraffe, rallentate dal peso del loro collo,
scema anche nella mia testa.
Torna l'odore di umanità alla vista delle donne intente a vendere pomodori sul ciglio della strada.
Rashid ferma la jeep per comprarne un sacco.
Loro
sono pittoresche nel loro tripudio di colori e i loro pomodori sono il
preambolo di un nuovo mondo, fatto di frutta e terre coltivate. Di
villaggi costruiti con terra rossa e arbusti di baobab. Di piccoli,
poveri centri di civiltà che dai confini della savana si estendono qua e
là, fino al mare.
mercoledì 5 settembre 2012
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