Così, eccoci. Cinque giorni –ormai quattro visto che la mezzanotte australiana è passata da un po’- e si partirà per l’ennesima follia. Io e il buon Mauro, pochi vestiti, un caldo equatoriale, e dei mango.
Neanche in un film di Bud Spencer e Terence Hill, ragazzi miei...
Domenica pomeriggio partiremo per Cairns, nell’estremo nord dell’Australia –che qui vuol dire appunto vicino all’equatore. Da lì, non si sa bene come, dovremo percorrere altri 300 km verso l’interno, in piena foresta pluviale, lì dove esiste solo una strada e per il resto è tutta giungla. Una volta arrivati alla nostra meta finale, Dimbulah, ci aspetta la fattoria del simpatico italoaustraliano Frank, dove io e Mauro taglieremo, raccoglieremo, impacchetteremo mango per 3 settimane, in un luogo privo di telefono, internet (e se non mi vedete al Morgana per un pezzo, sapete dove sono –ma giù le mani dal mio minibar!), negozi, dove nemmeno il cellulare prende e si lavora a fianco con i veri aborigeni, quelli che sono fieri delle loro origini e che a volte si sbronzano così tanto che il giorno dopo non ce la fanno ad andare al lavoro.
Tutto questo senza specificare che il mango spesso e volentieri crea una fastidiosissima forma di allergia che arriva quasi all’ustione.
Dunque, 3 settimane in questo luogo imprecisato, a raccogliere mango, con 35 gradi fissi, in attesa del Santo Natale.
Solo io e quell’altro pazzo potevamo trovarci in una situazione del genere (oltre al Dottore che ci legge anche lui, e che è stato lo sponsor ed eventualmente il responsabile di questa spedizione)...
Un modo come un altro per approcciarsi al Santo Natale.
Penso a tutti i miei amici sparsi nel mondo, della mia età più o meno. Alcuni cercano ancora, altri hanno già trovato. Molti di loro hanno un lavoro, un posto dove andare ogni mattina alle 9, hanno scadenze e responsabilità. Programmano la carriera, si guardano da lì a dieci anni, si informano sul prezzo delle case. Si chiedono cosa dovranno regalare a nonno Angelino a Natale. Preparano la solita settimana bianca nel solito posto. Si domandano se sia meglio una monovolume o un Suv.
Cose stabili, ferme, sensate. Noiose, magari. Cose loro, vite loro.
Facciamoli fare.
Io mi tengo i miei mango.