Quelli che scrivono sono gente strana. Quelli che scrivono vivono una vita diversa da quella delle altre persone. Quelli che scrivono a volte scrivono ma non vivono. Quelli che scrivono sono alienati, sono pazzi, sono dei casi speciali.
Quelli che scrivono non sanno fare niente, solo scrivere. Quelli che scrivono pensano che scrivere sia la cosa più importante del mondo. Quelli che scrivono scrivono perché è più facile che lavorare. Quelli che scrivono sono dei furbi riusciti male.
Quelli che scrivono non capiscono quelli che non scrivono. Quelli che scrivono non sono capiti da quelli che non scrivono. Quelli che scrivono sono quelli che perdevano le risse, perdevano il pranzo, perdevano la ragazza. Quelli che scrivono cercano di vincere scrivendo. Quelli che scrivono non hanno ancora smesso di perdere.
Quelli che scrivono sono dei sognatori, dei santi imboscati in stanze oscure. Quelli che scrivono sono delle mezzeseghe che hanno paura di tutto. Quelli che scrivono sono innamorati di sé stessi, dei propri lamenti, del proprio pensiero. Quelli che scrivono cercano di vederci un po’ più chiaro. Quelli che scrivono a volte ancora lottano. Quelli che scrivono, poi qualche volta vincono.
Quelli che scrivono erano quelli che non erano invitati alle feste –e se erano invitati, non ci andavano –e se ci andavano, stavano tutta la sera seduti da una parte e non vedevano l’ora di tornare a casa, e quando tornavano a casa pensavano a tutto quello che avrebbero potuto fare alla festa e non avevano fatto.
Quelli che scrivono erano quelli che parlavano una lingua che i loro genitori non capivano. Quelli che scrivono avevano amori restituiti al mittente. Quelli che scrivono restavano a casa molti sabato sera.
Quelli che scrivono sono dei gran coglioni. Quelli che scrivono sono pieni di sé stessi. Quelli che scrivono sono pessimi attori, sono caricature di geni, sono bambini che non sono voluti crescere. Quelli che scrivono puntano alla Gloria, alla Luna, alla Fama, e intanto non sanno come pagare la prossima bolletta.
Quelli che scrivono sono immersi in magnifici pensieri sempre. Quelli che scrivono si dimenticano la fermata dell’autobus. Quelli che scrivono si dimenticano di preparare la cena per le loro ragazze che tornano dal lavoro alle nove. Quelli che scrivono sono fortunati a trovare ragazze molto pazienti.
Quelli che scrivono fanno ridere. Quelli che scrivono parlano o troppo o troppo poco di quello che fanno. Quelli che scrivono o si vergognano o c’è qualcosa che non va. Quelli che scrivono pensano –questo andrebbe bene- e intanto la vita gli scorre via. Quelli che scrivono si vedono tra 10 anni, tra 20, ma mai domani.
Quelli che scrivono o si amano o si odiano con tutto il cuore. Quelli che scrivono almeno ci provano. Quelli che scrivono non hanno mai smesso di avere insonnie e incubi. Quelli che scrivono parlano poco, e quando parlano parlano male. Quelli che scrivono guardano oltre le spalle. Quelli che scrivono, guardano.
sabato 19 aprile 2008
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