...mi raccontò di un uomo, conosciuto a Berlino durante un gay party. Da principio innocuo, si trasformò lentamente in un compassato, solitario uomo dal volto oscurato, che sfoggiando la misera retorica di chi non ha nulla da dire impartisce lezioni di vita che dovrebbero bastare a "penetrare" il necessario.
Parlavano di cose generali, mi diceva, informazioni reciproche. L'approccio era stato qualcosa del genere "seduta qui tutta sola?" per poi scoprire quant'era strana la coincidenza di due anime prive di attrazione per il ballo e il divertimento sfrenato. E parlavano della vita, e lui le insegnò molte cose (che non ricorda, se non per esempio che le disse di perseguire i suoi progetti).
E poi, tra un tiro e l'altro, ricorda di aver poggiato la testa sulla sua spalla. Non sa perché, dice, forse situazioni precedenti, una qualche debolezza o chissà. In fondo ci può stare, no?
Il suo corpo nudo è un deserto che nasconde serpenti avvelenati, il germe della gelosia raschia qualcosa dentro me.
clip. Nuda e abbandonata al suo Uomo in una stanza berlinese, il suo ginocchio sfiora l'interno delle cosce.
L'innocenza nel vortice, non ne colgo il senso. Non riesco a coglierne il senso.
Il sesso è una sfida tra me e lui.
Io c'ero già in quel periodo.
Non sono fatalista, e devo considerare un caso fortunoso la condizione di innocenza in cui è arrivata a me. Ma non si può considerarla innocenza. A quasi un anno un simile fantasma.
Uno tra cinque assiste impotente dalla sua isoletta felice, in realtà non assiste, è all'oscuro di tutto e ci resterà per tanto tempo ancora.
clip. Fotogrammi in successione, immagine di lei appoggiata alla sua spalla.
Ha anche aspettato che se ne andasse, che carino. E lei gli ha chiesto se c'era su facebook, e ha ottenuto il biglietto da visita.
E lui a casa avrà fatto il resto, pago di un'inaspettata aperturavventura.
Il passato si attualizza e non riesco a spazzarlo via, non sono convinto, non lo comprendo.
Incontri misteriosi, ed io sono una specie di miracolato. Poteva essere, e dovrei essere contento che non è stato?
La tempesta è passata, eppure il mio sguardo si posa su di lei in maniera diversa. Devo distrarre i miei pensieri da quelle immagini. Lei è capace di questo? Com'è possibile? Perché suona in maniera così disarmonica con il resto? Eppure non credo sia così stridula.
Non mi capacito. Raschia i limiti della mia morale.
Un semplice poggiare la testa sulla spalla. Di un uomo di 40 anni appena conosciuto, dopo un'intima discussione sull'esistenza. Pensarci serve a poco, è come un folle nei miei pensieri. Pensarci a mente fredda serve ancora meno. Tanto vale smettere.
mercoledì 27 giugno 2012
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