lunedì 29 giugno 2009

Una meretrice al Morgana

Cari ospiti,
i giorni passano e forse si muove qualcosa. Comincio a credere di non esere qui per sbaglio, ma per un preciso disegno del fato. Il Morgana si delinea come una tappa necessaria della mia vita.
Mentre preparo la fuga, mi accorgo di essere già partito e di trovarmi altrove. Qui.

E allora la mente riporta alle ultime parole, agli ultimi pensieri...

"Tu chiedimi di fare qualcosa perché per qualche motivo te lo devo.
Scegli pure liberamente, tra tutto ciò che esiste. Non curarti se sia umiliante, infamante, o vada magari contro alcuni miei valori.
Obbligami, lo farò.
Non sono più la persona libera di un tempo. Approfittane.
Adesso se sono in debito pago. Sempre. Costi quello che costi.
Tempo fa te lo saresti sognato, ma oggi tengo duro e resisto al vomito, lo rimando giù.
Perché adesso so che è una mia colpa quella di essere in debito, e anziché non pagare mi conviene lavorare per estinguere il rapporto.
Questa è la strada.
Tempo fa avrei pensato di farti ragionare, creditore, ma si sa che il vantaggio annebbia la mente.
Tuo l'errore di chiedere in pagamento delle stronzate, prima o poi non potrai più farlo. Allora rimpiangerai, forse, di non esser stato più concreto, di non aver sfruttato il tuo vantaggio per qualcosa che davvero fosse per te un vantaggio.
Non lo faccio per guadagnare, ma per saldare una perdita. Comunque lo faccio per soldi, per lo più dell'anima.

Ma intanto estinguo, intanto stralcio debiti a destra e a manca.

E preparo un viaggio senza fine, un viaggio che non mi riporterà mai più al punto in cui sono adesso.

Sempre al TUO servizio, chiama e sarai soddisfatta. La tariffa è la solita.

Firmato PUTTANA."

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