martedì 7 febbraio 2017

Mai una gioia (o forse sì)

se non è la stanchezza
è la macchina che non parte

se non è la macchina
sono i casini con la tua donna

se non è la tua donna
è l’eccesso di lavoro
o la mancanza di lavoro
o il lavoro

se non è il lavoro
è l’otturazione ai denti
da rifare
o quella strana macchia
che ti devi ancora far
controllare

se non è la macchia
sono le telefonate
che devi ancora fare

se non sono le telefonate
è il mal di vivere
che provi a curare
quando tutto intorno è
notte

se non è il mal di vivere
sono mille pensieri quotidiani
come una nuvola spezzettata
in tanti piccoli, ostinati temporali
che finiscono sempre
per infradiciarti l’anima

se non sono i pensieri
è il tempo
è sempre il tempo

tutto questo
ti allontana
dal poterti sentire
come in quei pomeriggi pigri
d’inizio estate
col cielo colorato
i profumi dell’erba e
della terra
l’odore di altre cene
fuori dalla finestra
la luce che scende con
grazia
il sentirti vivo e protetto
come un’intima
segreta
banalissima felicità
che non sapresti spiegare
che cerchi da
sempre

scrivere
sa d’estate.


Marco Zangari © 2017


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