Quei biscotti erano cazzuti ma terrorizzati. Cercavo sempre di farli sorridere primadi mangiarli. Li giravo e rigiravo ma non ci riuscivo. E anche una volta mangiati, i loro resti ostentavano disperazione. Immagino cheè così che devono sentirsi molti uomini. Divorati da un qualche dio capriccioso che li aveva creati solo per assaporarli successivamente.
Possiamo dunque considerare il nostro corpo un comunismo perfetto, in cui ogni singolo elemento lavora per il tutto e ad usufruirne è il partito unico cervello, che coordina ed elabora l'IDEA. Alcuni uomini-biscotto ritengono che l'esser divorati da un dio-Morte significhi la Vita Eterna, una sorta di ricompensa assoluta; essi coniugano la trascendenza con l'idea del comunismo corporeo, e vedono nel Dio ingordo la realizzazione perfetta del loro esser stati.
Siamo cibi per Dio. La nostra anima è la qualità del nostro essere cibo, e se ci plasmiamo come Dio comanda saremo a lui graditi e contribuiremo alla sua elevazione, qualunque dimensione essa riguardi. In caso contrario saremo biscotti scadenti, indegni di essere assaggiati, destinati alle pattumiere del paradiso, o magari nei cessi. Chissà se Dio evacua.
Insomma, perchè dovrebbe interessarmi essere più gustoso? Io voglio il comunismo adesso, non in Dio.
E nel Capitalismo dell'anima spazio ai fedeli, comunisti della morte, e largo all'uomo deificato dal denaro. Tutti gli altri scelgano: il calore e la protezione del branco, o la vita selvaggia dell'intelligenza.
Ora dipende da te.