mercoledì 25 agosto 2010

LAVORO?

Non è un appello. Se fosse un appello, la risposta sarebbe "ASSENTE".

Stai lì a spulciare siti, a sfogliare giornali e riviste. Quella poca esperienza che hai fatto vale poco o niente, se non hai fortuna. Le conoscenze, quelle hai dato per buono che non ce l'hai. E in fondo è meglio, così non hai il dilemma morale di usarle, in caso di bisogno.
Resisti, per fortuna gli occhi si affaticano lentamente. E poi l'importante è che non crolli lo spirito. Quello è l'unico, che ti tiene in piedi.
Cosa vuoi, in fondo, tu dalla vita? Vuoi un lavoro onesto che ti dia da vivere. Niente di più. Del resto con l'ambizione ci hai già fatto i conti da tempo. Una vita garantita al minimo è per te il massimo, nella remota e costosa speranza della lotteria. Non sai quanti ci stanno sguazzando felici. Bastardi. Ma tu non hai tempo né forze per una vendetta. Ti accontenti di una vita tranquilla, il che significa che sei prosciugato sino all'ultima goccia. E anche su questo, non sai quanti ci sguazzano.
Aspetti, e intanto ti barcameni tra numerosi progetti. Prima, invece, avevi solo dei sogni.
Hai fiducia, però. Sei sicuro che ce la farai, che la pazienza premierà il tuo talento. Sei sicuro, perché in fondo è giusto e probabile. Ma poi diventa "non improbabile", e poi...
Lo temi. Hai paura che possa anche non andare così. Cosa farai? Non ne hai la più pallida idea. Magari ti ammazzi, o forse ti inventi qualcosa. Però datti una mossa, fallo prima che sia troppo tardi. Potresti essere uno di quelli che LAVORO non lo trovano nemmeno su wikipedia.
Certo, hai gli amici. Ma ti daranno da vivere? E con che faccia glielo chiederai? Con la tua, sfigurata dall'umiliazione. Una faccia che forse manterrà un aspetto decente, ma che non riuscirai più a guardare allo specchio. La notte sognerai di averne un'altra, di faccia.

Lavoro? Futuro? Felicità? Famiglia?
Non è un appello. Se lo fosse, le risposte potrebbero essere "ASSENTE".

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